Passaggi a livello che tagliano in due la città e paralizzano il traffico, causando tempi di attesa infiniti. Un problema che Como – e chi di dovere – non è mai riuscito o non ha mai voluto risolvere. Quando a fermarsi ad aspettare che la sbarra si rialzi sono automobilisti e pedoni, si conta sulla pazienza di ciascuno, ma quando in coda si trova un mezzo di soccorso che dovrebbe salvare la vita, la situazione diventa inaccettabile. In quel caso ogni secondo è prezioso, figurarsi ogni minuto.
È accaduto ieri intorno alle 22.15 al passaggio a livello di viale Lecco, uno dei più problematici della città, che porta a lunghi incolonnamenti di veicoli soprattutto nelle ore di punta. Quando le sbarre erano già abbassate, è arrivata un’ambulanza a sirene accese. Al passaggio di Sant’Orsola, verosimilmente rassegnati all’imposizione di fermarsi per l’ostacolo impossibile da superare, i soccorritori hanno spento le sirene e lasciato accese le luci di emergenza, a indicare comunque un’urgenza. Qui il mezzo della Croce rossa è rimasto fermo per oltre 1 minuto e mezzo. Sembra poco, ma per un’ambulanza chiamata a raggiungere un paziente in crisi cardiaca o con un ictus in corso, oppure diretta in ospedale dopo aver prestato le prime cure sul posto, è un tempo fondamentale. Pochi secondi possono salvare una vita. Chissà mai che esempi simili possano convincere finalmente chi di dovere a risolvere questo problema.