L’esonero di Longo, la squadra affidata a Cesc Fabregas, il Como in serie A e – perché no? – in Champions League, gli obiettivi delle proprietà a breve e lungo termine. Mirwan Suwarso, top manager rappresentante della proprietà del Como 1907, non si nasconde e affronta ogni argomento con schiettezza. L’intervista nel tg di espansione Tv in onda questa sera.
Le parole sul cambio di allenatore. “Rispettiamo Longo, tutti assieme abbiamo valutato che serviva un cambiamento e una volta presa la decisione sarebbe stato ingiusto aspettare una sconfitta. Non abbiamo fatto questa scelta con gli algoritmi, abbiamo guardato ogni aspetto, studiato le prestazioni della squadra. La proprietà non vedeva una giusta mentalità. La squadra vinceva e lottava, ma si difendeva e non dominava le partite come riteniamo che sia invece nelle sue potenzialità”.
Per quanto riguarda la squadra affidata a Fabregas, Suwarso ha detto: “E’ la persona che segue la squadra. Ha accettato volentieri, conosce tutti i giocatori, è un vincente. Ha dato la massima disponibilità e dirà la sua anche per la scelta del nuovo allenatore. Il suo compito ora è ottenere il massimo da tutti i calciatori e trasmettere la sua mentalità. Sarà in panchina per i prossimi 30 giorni e quindi anche in occasione delle prossima gare casalinghe con FeralpiSalò e Lecco. Il nuovo allenatore? Vale il discorso che abbiamo fatto. Deve avere la mentalità della proprietà”.
Sullo stadio Suwarso ha ribadito che i progetti richiesti sono attesi entro il 14 dicembre, poi la proprietà farà le sue valutazioni e proporrrà il piano prescelto alla città.
Il top manager si è poi soffermato sulle prospettive in caso di promozione in A, con un messaggio a tutti i lariani. “Vanno separati i problemi squadra e stadio. Vogliamo vincere e vogliamo lo stadio. Entrambe le cose devono andare avanti senza che una condizioni l’altra. Con il Como eventualmente promosso in A lo stadio è un problema e lo sappiamo. Lo stadio pronto, con la squadra non in serie A è evidentemente un problema meno pressante. In ogni caso a noi interessa che entrambe le cose vadano avanti. La proprietà crede in questo progetto, ama la città di Como e crede nelle sue potenzialità. La famiglia Hartono è ricca, non è interessata a cercare pubblicità o visibilità, non ne ha bisogno. A noi interessa che questo lavoro porti la città ad avere dei benefici. La squadra deve avere redditività ed è essere un business che aiuti Como. La nostra idea è di fare sistema e far sì che tutti possano vincere”.