Svizzera, la Lega dei Ticinesi torna ad attaccare i frontalieri e in particolare l’accordo sullo smartworking raggiunto lo scorso venerdì con l’Italia.
Dal primo gennaio prossimo, i frontalieri potranno svolgere la loro attività da casa fino ad un massimo del 25% dell’orario di servizio. Il ministro dell’Economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti e la consigliera federale Karin Keller-Sutter hanno firmato venerdì scorso, nel corso di un videocollegamento, una dichiarazione d’intenti per regolamentare in maniera coerente e durevole la questione del telelavoro per i lavoratori frontalieri.

La Lega dei Ticinesi critica – come detto – l’accordo. “È evidente che dello smartworking possono usufruire solo gli impiegati del terziario amministrativo. Con questo accordo, il Ticino viene reso ancora più attrattivo per quei permessi G che non ci dovrebbero nemmeno essere. Proprio il contrario di quello che andrebbe fatto”, si legge in un post sui social.
Sempre la Lega dei Ticinesi pone poi due interrogativi: “Chi controllerà che il 25% di telelavoro non diventi poi abusivamente il 50% o il 100%?” e ancora “chi assumerà ancora ticinesi se alle imprese “con poca sensibilità sociale” sarà permesso di ingaggiare “frontalieri” (anche dalla Sicilia!) senza nemmeno bisogno di farli arrivare fisicamente qui?”.