Terza partita in pochi giorni per la Pallacanestro Cantù che si appresta a chiudere una settimana molto impegnativa con una delicata trasferta in Sicilia. Domani alle 12 sul parquet del PalaMoncada i canturini saranno ospiti di Agrigento, formazione che nel turno infrasettimanale è stata sconfitta da Trapani nel derby siciliano e che, dunque, proverà a rifarsi davanti al suo pubblico, per cercare di muovere la classifica dopo un inizio di campionato complicato.
Dopo un’ultima stagione molto positiva la squadra siciliana, nonostante alcune conferme pesanti, in estate è stata costretta a una piccola rivoluzione. Partendo proprio dalla guida tecnica, affidata a coach Damiano Pilot, dopo che Devis Cagnardi ha scelto proprio Cantù per proseguire la sua carriera.
Cagnardi: “Dobbiamo raccogliere le energie psicofisiche”
“È la terza partita in una settimana e arriverà dopo un viaggio logisticamente non semplice, dobbiamo riuscire a raccogliere le energie psicofisiche. La squadra è pronta per farlo, però non è scontato e sarà una partita molto difficile dal punto di vista fisico – ha detto Cagnardi alla vigilia -. Loro hanno avuto anche la piccola fortuna di giocare in Sicilia il turno infrasettimanale e quindi non arriveranno da un viaggio, ma chiaramente noi siamo forti del lavoro che stiamo facendo e andremo ad Agrigento per fare la migliore partita possibile. E’ una situazione che ancora non abbiamo affrontato e siamo anche curiosi di vedere come reagiranno i giocatori. Affrontiamo una squadra – dice ancora l’allenatore di Cantù – che ha appena perso in maniera netta un derby, conosciamo l’orgoglio dei siciliani e sappiamo che sicuramente avranno la necessità e la voglia di riscattarsi davanti al loro pubblico e che giocheremo in un campo caldo. Le loro ultime 2 partite casalinghe sono state buone. Quindi, è un match da non sottovalutare assolutamente per tanti motivi, senza necessariamente il bisogno di dover guardare al valore obiettivamente un po’ diverso dei due roster, e alla classifica perché sarebbe un errore clamoroso che – conclude Cagnardi – non vogliamo fare e non possiamo permetterci di fare.”