Il territorio fa quadrato attorno alla maternità in Altolago. Rischio chiusura del punto nascite all’ospedale Moriggia Pelascini di Gravedona e Uniti: è partita oggi una lettera firmata da Alessandro Fermi, assessore regionale a Università Ricerca e Innovazione, Fiorenzo Bongiasca, presidente della Provincia di Como e Mauro Robba, presidente della Comunità Montana delle Valli del Lario e del Ceresio.
“In merito alla ventilata ipotesi di chiusura del punto nascita del nosocomio altolariano – si legge nella nota – i rappresentanti delle realtà istituzionali locali denunciano la gravità di una eventuale sciagurate decisione che depaupererebbe ulteriormente non solo il territorio dell’Alto Lago di Como, ma un intero e vasto comprensorio che abbraccia anche la bassa Valtellina, la Valchiavenna, le Valli del Lario e del Ceresio di un essenziale servizio di carattere sanitario e sociale”.
I toni della lettera sono molto decisi: “Non si può – si legge ancora – consentire al privato accreditato di depotenziare o eliminare servizi essenziali per un territorio che già soffre, anzi, andrebbero verificati tutti i principali servizi in essere affinché vengano erogate le prestazioni sanitarie indicate e remunerate da Regione Lombardia. Chiudere il punto nascita di Gravedona vorrebbe dire dirottare le future mamme verso poli lontani e molto disagevoli da raggiungere con il rischio immediato di una maggiore difficoltà di assistenza e cura oltre ad un velato, ma non improbabile disincentivo alla maternità proprio in un’epoca in cui si torna riflettere prepotentemente sui rischi della denatalità”.
La lettera – inviata al presidente della Lombardia, Attilio Fontana e all’assessore al Welfare Guido Bertolaso, oltre che al direttore generale del settore welfare Giovanni Pavesi – si chiude con un appello. “Si invitano e sollecitano tutti gli organi regionali competenti ad attivarsi al fine di evitare che quanto sino ad oggi solo paventato possa tradursi in realtà”.