La partita dei frontalieri vale per il territorio lariano 41milioni di euro. A tanto ammontano i ristorni che la Confederazione Elvetica trasferisce all’Italia per i quasi 30mila comaschi che varcano ogni giorno il confine per lavorare in Svizzera. Una categoria spesso al centro di contese politiche o di scontri tra i due lati della frontiera, fondamentale per l’economia dei territori di confine.
Per decine di Comuni della provincia di Como, i ristorni costituiscono la principale voce di entrata perché i residenti sono perlopiù frontalieri che pagano le tasse solo in Svizzera. Le quote trasferite dalla Confederazione sono dunque somme indispensabili per le amministrazioni per garantire i servizi e realizzare le opere.
I dati sono relativi ai redditi del 2021. Il meccanismo è destinato a cambiare dopo l’approvazione, nel luglio scorso, della riforma fiscale che prevede per i nuovi frontalieri il pagamento delle imposte sia in Italia sia in Svizzera. Per i vecchi frontalieri restano in vigore le norme precedenti.
I fondi ai Comuni
I Comuni nella fascia entro i 20 chilometri dal confine che hanno almeno il 4% di lavoratori frontalieri ricevono direttamente i ristorni. Nel dettaglio si tratta di circa 1.374 euro in media per ciascun lavoratore. Complessivamente, in provincia di Como si tratta di 78 amministrazioni, con un totale di 24.385 residenti che varcano il confine per svolgere la loro attività professionale. Numeri che si traducono in 33,5 milioni di euro di ristorni.
Al Comune di Como vengono trasferiti poco più di 7,2 milioni di euro. Incassano oltre un milione di euro anche le amministrazioni di Carlazzo, Faloppio, Olgiate Comasco, Porlezza e Uggiate Trevano. Il Comune di Montemezzo riceve quasi 14mila euro per dieci residenti che lavorano in Svizzera.
Le Comunità Montane
I ristorni versati direttamente ai Comuni costituiscono la quota maggiore della somma trasferita dalla Svizzera alle realtà di confine italiane. A questi si aggiungono le somme corrisposte alle Comunità Montane. Nel caso della provincia di Como la somma complessiva relativa alle tasse pagate nel 2021 supera di poco il milione e mezzo di euro per 1.132 frontalieri.
Le risorse della Regione
Infine, il capitolo delle risorse assegnate dalla Regione ai Comuni con meno del 4% di frontalieri, che per la provincia di Como sono pari a 5,7 milioni di euro per 4.168 lavoratori distribuiti tra 37 Comuni, da Brenna con 4 residenti impiegati in Svizzera a Cantù con 720.
Il totale delle somme trasferite dalla Svizzera ai territori della provincia di Como ammonta così a 40,8 milioni di euro.
Fontana e Sertori
“I ristorni sono fondi frutto delle imposte pagate dalle lavoratrici e dai lavoratori lombardi nel territorio della Confederazione Elvetica. In base all’accordo del 1974, tornano sui territori di provenienza dei lavoratori. Questo consente ai territori lombardi di contare su un ‘tesoretto’ per realizzare opere pubbliche o lavori a beneficio della comunità”.
Il presidente della Lombardia Attilio Fontana interviene sul capitolo ristorni dopo l’approvazione del piano di ripartizione delle somme erogate dalla Regione agli enti locali per le somme relative ai redditi del 2021.
“I frontalieri – aggiunge Fontana – sono una corposa rappresentanza che, praticamente ogni giorno, presta la propria opera lavorativa all’interno delle attività commerciali, terziarie e industriali dei cantoni svizzeri. Attraverso questi ristorni vengono compensate le zone territoriali lombarde di loro appartenenza”.
“Abbiamo stabilito di erogare in un’unica soluzione alle Province beneficiarie le somme derivanti dal ristorno fiscale delle imposte a carico dei lavoratori frontalieri – aggiunge l’assessore agli Enti locali Massimo Sertori – I ristorni saranno ancora in vigore per una decina di anni, ovvero il periodo transitorio stabilito dal nuovo accordo tra Italia e Svizzera sul trattamento dei lavoratori frontalieri, poi i fondi arriveranno dal governo italiano”.