(ANSA) – RAVENNA, 28 OTT – Attraverso un’agenzia interinale di Milano Marittima, sul litorale ravennate, aveva impiegato irregolarmente circa mille lavoratori in tutta Italia senza versare i contributi previdenziali e senza pagare imposte. In due anni sono state emesse fatture false per oltre 15 milioni. Sono le contestazioni mosse al culmine di un’indagine della Guardia di finanza di Cervia, coordinata dalla Procura di Ravenna e portata avanti in collaborazione con l’Ispettorato del lavoro e l’Inps. Denunciato un imprenditore e altre tre persone. Le verifiche, spiega la Guardia di finanza, hanno consentito di disarticolare una compagine criminale che faceva capo a un imprenditore 53enne di Mirandola (Modena) che procurava forza lavoro a basso costo a centinaia di aziende di vari settori. Le accuse mosse agli indagati: truffa aggravata e continuata nei confronti dell’Inps, emissione di fatture per operazioni inesistenti e utilizzo abusivo di pubblici sigilli statali. Il 53enne, già gravato da precedenti, aveva spostato i suoi interessi in Romagna in piena pandemia alloggiando in un lussuoso albergo di Milano Marittima. Qui si serviva di prestanome reclutati tra persone in evidente stato di bisogno. Per acquisire credibilità, millantava contatti con uffici pubblici e la disponibilità di cosiddetti ‘buoni lavoro’ coperti da garanzie statali rivelatesi fittizie. L’ufficio, in pieno centro e allestito con bandiere della Repubblica Italiana e dell’Unione europea, fungeva da call center nel quale avveniva il reclutamento di lavoratori assunti con la promessa di una stabile occupazione fatta sottoscrivere al costo di 250 euro per l’adesione a una ipotetica cooperativa risultata anch’essa fittizia. La truffa – prosegue l’accusa – prevedeva che i lavoratori, dopo essere stati formalmente assunti da società riconducibili agli indagati a Cervia e in provincia di Modena, venissero impiegati in centinaia di imprese mediante contratti di appalto/sub-fornitura non genuini. In tutto ciò, l’artefice del network criminale raggirava i dipendenti sostenendo la presenza di una copertura sanitaria con un finto fondo integrativo al sistema sanitario nazionale, risultato frutto di invenzione sebbene con tanto di sigilli e timbri. (ANSA).