(ANSA) – WASHINGTON, 27 OTT – "È il leader dell’opposizione che più di ogni altra figura politica russa ha sfidato il governo di Vladimir Putin. Ha condannato l’invasione russa dell’Ucraina e ha affermato che Mosca deve ritirare le sue truppe. È per metà ucraino. Eppure Alexey Navalny è guardato con sospetto, se non disprezzato, in Ucraina". Il rapporto complesso dell’oppositore del Cremlino con Kiev è uno dei temi affrontati nel nuovo libro ‘The Dissident: Alexey Navalny, Profile of a Political Prisoner’ (‘Il dissidente, profilo di un prigioniero politico’), di David Herszenhorn che uscirà il 31 ottobre. Per Navalny, come per milioni di altri russi con origini ucraine, la guerra di Putin è stata una tragedia intrisa di sangue, scrive l’autore della biografia ricordando che Navalny fu costretto a chiarire delle dichiarazioni del 2011 che sembravano uscite dalla bocca dello zar. "Sarebbe fantastico se vivessimo in un unico paese con Ucraina e Bielorussia, ma penso che prima o poi accadrà comunque". Frasi che, secondo Herszenhorn, sintetizzano la lunga e contraddittoria storia di Navalny con Kiev. Nel Paese il dissidente è guardato con sospetto perché viene anch’egli considerato "espressione di un mentalità aggressiva e imperialista profondamente radicata nella popolazione russa". Navalny ha sempre negato di avere questo tipo di atteggiamento ma ha faticato a conciliare alcune delle sue opinioni con il ruolo che vorrebbe svolgere, l’alternativa a Putin. "Io stesso sono metà russo e metà ucraino", ha detto una volta l’oppositore respingendo l’affermazione secondo cui avesse pregiudizi etnici. (ANSA).