“La dedizione incondizionata alla giustizia è stata la tua cifra distintiva. La tua figura di magistrato è stata e sarà un esempio a cui guardare”. L’immagine di Mariano Fadda, coraggioso, ironico, leale, appassionato e corretto è emersa oggi nelle parole e nei ricordi delle tantissime persone arrivate nella chiesa di Grandate per l’ultimo saluto al pubblico ministero scomparso sabato scorso a 61 anni dopo un lungo periodo di malattia.
La magistratura di Como perde una colonna portante, hanno ricordato i colleghi così come gli avvocati. La collettività, hanno aggiunto, perde un baluardo di legalità.
L’immagine pubblica del magistrato “consapevole della responsabilità del suo ruolo” e con la “rettitudine e la giustizia come faro e forza” si è sommata all’immagine di Mariano Fadda papà e marito, riportata dai suoi tre figli e da don Roberto Pandolfi, che nell’omelia ha ricordato l’ultimo incontro, giovedì scorso, con il magistrato, pochi giorni prima della sua morte. “Abbiamo parlato dei Promessi Sposi e dei tanti passi belli e potenti – ha ricordato don Pandolfi – Con la sua solita ironia e autoironia ha citato la morte di don Rodrigo. Poi l’Innominato che pensa che forse c’è un altro mondo e cambia vita. E infine l’ultimo incontro tra Lucia e fra Cristoforo, quando il religioso sta per morire e a Lucia che gli chiede: “Come sta, padre?” risponde: “Sto come Dio vuole e per sua grazia come voglio anch’io”.
La passione sconfinata per il sapere e la letteratura torna anche nelle parole dei figli. “A 13 anni leggeva Quasimodo”, ricordano prima di citare le parole di un suo libro di poesie del 1974 e il commovente testo di Camillo Sbarbaro “Padre, se anche tu non fossi il mio padre”. “Ci hai insegnato a non perdere mai la forza di giocare e di sperare – l’ultimo ricordo dei figli di Mariano Fadda – Ad apprezzare le piccole cose, a prenderci sul serio ma non troppo, ad avere radici salde. E ci hai insegnato che per giocare bisogna sapere bene le regole e quindi la responsabilità e la correttezza”.
Al lavoro fino a pochi giorni fa, finché le forze glielo hanno consentito, Mariano Faddda ha sempre avuto accanto la sua polizia giudiziaria e i suoi più stretti collaboratori, legati da un profondo legame di rispetto e stima. “C’è chi ha fede e chi no, ma tutti ti vediamo già impegnato in un nuovo processo”, hanno ricordato colleghi e avvocati. Prima dell’ultimo saluto: “In bocca al lupo dottor Fadda per la tua prossima arringa”.