(ANSA) – MILANO, 19 OTT – "Non faccio parte dell’Isis, mettevo dei commenti di approvazione soltanto alle loro azioni contro il regime siriano. I soldi versati alle donne, poi, erano una forma di beneficienza e le frasi contro Meloni erano solo una critica politica". Così si è difeso, in sostanza, davanti al gip di Milano Fabrizio Filice, Alaa Rafaei, 43 anni egiziano con cittadinanza italiana, finito in carcere due giorni fa come Mohamed Nosair, 49 anni egiziano con permesso di soggiorno, per associazione con finalità di terrorismo e istigazione a delinquere. I due, secondo le indagini della Digos e della Polizia postale, coordinate dal procuratore Marcello Viola e dal pm Alessandro Gobbis, avrebbero portato avanti su gruppi online "una consapevole e deliberata attività di proselitismo via social a favore dell’Isis", oltre che finanziamenti per donne vedove di combattenti jihadisti. Il 43enne, assistito dall’avvocato Emanuele Perego (ha presentato istanza di domiciliari), ha sostenuto nell’interrogatorio che lui "mai e poi mai aveva in mente di fare azioni contro l’Occidente o l’Italia, perché io in Italia sto bene – ha detto – ci ho portato la mia famiglia, per me l’Italia è il Paese della libertà". Sulle presunte minacce on line contro Meloni, l’arrestato ha spiegato che erano solo "una forma di scherzo, di critica politica, perché l’Italia appunto è un Paese libero, non come l’Egitto". Sul presunto contatto con Sayad Abu Usama, "membro dell’Isis", a cui avrebbe inviato denaro, Rafaei ha detto che quell’uomo era solo il "tramite" che gli avevano indicato alcune "donne di un campo profughi per far arrivare soldi alle vedove e ai loro bambini come beneficienza". E ancora: "Non sapevo che lui fosse dell’Isis". (ANSA).