L’attentato a Bruxelles e l’acuirsi della crisi in Medio Oriente. L’allarme terrorismo è tornato attuale in Europa e ha portato l’Italia e altri 10 paesi a rafforzare le misure ai confini.
La decisione di Roma arriva in un momento di alta tensione a livello europeo in cui si sono registrate evacuazioni in numerosi aeroporti e alla Reggia di Versailles in Francia per minacce di attentati.
Sul territorio nazionale al momento il provvedimento riguarda la Slovenia. Tra Como e la Svizzera per ora non ci sono cambiamenti sostanziali ma il confine sarà monitorato con attenzione.
La premier Giorgia Meloni ha spiegato che la sospensione del trattato di Schengen – per la libera circolazione in Europa – al confine con la Slovenia è necessaria. “Me ne assumo la responsabilità” ha detto spiegandone i motivi: “per l’aggravarsi della situazione in Medio Oriente, per l’aumento dei flussi migratori lungo la rotta balcanica e per la sicurezza nazionale”. I controlli saranno reintrodotti da sabato e fino al 30 ottobre con possibilità di essere prolungati. In Friuli Venezia Giulia dall’inizio dell’anno individuate 16mila persone entrate irregolarmente.
Le conseguenze sulla sicurezza europea del conflitto sono state al centro anche della riunione in Lussemburgo dei 27 ministri dell’Interno. Al fianco del ministro Matteo Piantedosi anche il sottosegretario comasco Nicola Molteni. Raggiunto rapidamente al telefono ha spiegato: “Chiudiamo con la Slovenia a causa della rotta balcanica che ha generato numeri importanti. Con la Svizzera non c’è questo problema ma monitoriamo. Rimangono vigili e sotto attenzione i rapporti con la Confederazione Elvetica. Abbiamo le pattuglie miste in frontiera che lavorano bene” ha concluso il sottosegretario all’Interno.