(ANSA) – GENOVA, 11 OTT – "Io non ho nascosto qualcosa o i dati, non ho mai avuto il minimo dubbio sulla sicurezza del ponte. E tutto veniva condiviso". Sono alcuni passaggi dell’esame dell’ingegnere di Spea Emanuele De Angelis, imputato insieme ad altre 57 persone nel processo per il crollo del ponte Morandi (14 agosto 2018, 43 vittime). De Angelis partecipò al retrofitting, il rinforzo delle pile 9 e 10 i cui lavori erano previsti per la fine del 2018. I pm Walter Cotugno e Marco Airoldi lo hanno incalzato più volte chiedendogli conto dei calcoli fatti sugli stralli e sul livello di ammaloramento riscontrato al 20%. Per l’accusa avrebbe dovuto chiedere o far effettuare ulteriori indagini dirette sullo stato del ponte, visti i tanti segnali sulle condizioni di degrado. "Mi resi conto che nelle verifiche di sicurezza i calcoli non tornavano. Ma solo perché erano state inserite delle ipotesi cautelative. Togliendole le verifiche erano largamente soddisfatte". Dopo i pm hanno continuato a incalzarlo e ai suoi tentennamenti il sostituto procuratore Cotugno è sbottato dicendo "qui sono morte 43 persone per i suoi calcoli", sollevando le proteste delle difese. L’esame di De Angelis continuerà lunedì prossimo mentre due imputati, alla luce dell’andamento degli interrogatori di queste settimane, stanno valutando se rinunciare all’interrogatorio. (ANSA).