“Il silenzio di Regione Lombardia e del governo centrale ci appare ormai assordante”: sono passati più di due mesi dal 4 agosto scorso, quando i sindaci dei comuni delle province di Como e Varese più colpiti dal maltempo di luglio avevano scritto una lettera alla Regione per chiedere “con forza un intervento che sapesse leggere realmente i bisogni senza nascondersi dietro a cavilli normativi” e ora i sindaci, rimasti senza una risposta, tornano a far sentire la loro voce.
I primi cittadini di Turate, Rovello Porro, Rovellasca, Lomazzo, Mozzate, Saronno, Caronno Pertusella, Uboldo, Origgio, Gerenzano e Cislago dichiarano di non aver ricevuto ancora nessun aiuto economico.
“Ad oltre due mesi di distanza – spiegano – la nostra richiesta è rimasta totalmente inevasa. Nessuno dei nostri comuni ha ricevuto dalla Regione un solo euro di ristoro per i danni al patrimonio pubblico, ancor meno i nostri cittadini per i danni alle loro case e ai loro capannoni”.
In una delibera di giunta dell’8 agosto, la Lombardia ha certificato che 457 comuni avevano denunciato danni per 1,7 miliardi relativi agli eventi di maltempo tra il 4 e il 31 luglio e ha adottato uno stanziamento straordinario di 6,5 milioni. Il governo ha dichiarato lo stato di emergenza in Lombardia per gli stessi eventi atmosferici e ha stanziato 9.430.000 euro per l’intera regione.
“La sproporzione tra i danni denunciati dai comuni lombardi e le somme stanziate da Regione e governo è palese – dicono i sindaci – Tutti noi ci siamo rimboccati le maniche per reperire, all’interno dei rispettivi bilanci, le risorse minime indispensabili a consentire ai nostri ragazzi di tornare a scuola. Molto ci rimane, però, ancora da finanziare per completare gli interventi di ripristino degli immobili pubblici e ormai da tempo i nostri cittadini ci chiedono notizie sui possibili ristori pubblici agli ingenti danni subiti dalle loro case e aziende. Chiediamo risposte rapide e certe, – concludono i sindaci – erogazioni non più rimandabili. Il rispetto delle decine di migliaia di cittadini lombardi di ogni colore politico che ci hanno eletti non può consentire che tardino ulteriormente”.