(ANSA) – LECCO, 09 OTT – Overbooking all’ospedale di Lecco: non ci sono abbastanza posti per operare e ricoverare tutte le pazienti dopo l’intervento. A decidere chi rispedire a casa alla fine, però, non è il medico, ma le pazienti. È accaduto venerdì scorso, quando alcune donne in attesa di essere ricoverate per essere sottoposte a un intervento sono tornate a casa perché in quel momento, appunto, non c’erano posti letto disponibili. Il primario di Ostetricia e Ginecologia, Antonio Pellegrino, da 15 anni alla guida del reparto, avrebbe convocato quattro pazienti in lista spiegando che quel giorno avrebbe potuto operarne solo una. In particolare la scelta del professionista sarebbe ricaduta su una 51enne malata di un tumore, ma quando il dirigente ha comunicato la decisione, un’anziana, 80 anni, con problemi alla vescica, accompagnata dalla figlia, avrebbe fatto presente in modo veemente le difficoltà per lei di un rinvio. Da qui la decisione della malata più giovane, dopo che il primario aveva verificato che rimandare l’operazione di una settimana non avrebbe comportato rischi, di fare un passo indietro e attendere ancora qualche giorno suscitando lo sconforto del professionista che avrebbe detto "a questo punto decidete voi". Da parte sua il direttore generale dell’Asst di Lecco Paolo Favini ha spiegato come sull’accaduto, e sui reali contorni dell’episodio, siano ancora in corso accertamenti: "Al momento posso solo confermare che tre pazienti ginecologiche sono state rimandate a casa nei giorni scorsi per fare fronte ad alcune urgenze. Dall’inizio di ottobre abbiamo comunque potenziato le sedute operatorie, due in più al giorno, e da questa settimana è attiva una nuova area chirurgica con dodici posti letto per rispondere alle richieste dei cittadini". (ANSA).