(ANSA) – ROMA, 09 OTT – Non può essere ritenuto una vittima del dovere Loris D’Ambrosio, consigliere giuridico del Quirinale sotto la presidenza di Giorgio Napolitano, morto nel 2016 per un infarto. Lo ha stabilito la Quarta Commissione del Csm che ha chiesto perciò al plenum di bocciare l’istanza per il riconoscimento presentata dai familiari del giurista. Al di là del merito a colpire è anche il clamoroso ritardo della risposta, che comunque non è addebitabile al Csm in carica, ma a quello che lo ha preceduto: più di 6 anni, considerato che la richiesta è data 21 luglio 2017. D’Ambrosio fu colpito dall’infarto in un momento difficile della sua vita: era stato oggetto di attacchi e critiche dopo che era stato pubblicato il contenuto delle sue telefonate con l’ex ministro dell’Interno Nicola Mancino finite nel fascicolo della procura di Palermo che indagava sulla presunta trattativa tra Stato e mafia. La Commissione spegne le speranze dei familiari e con una motivazione stringatissima decreta "l’insussistenza dei presupposti" per il riconoscimento a D’Ambrosio dello status di vittima del dovere . Ora la parola passa al plenum che si pronuncerà mercoledì prossimo, ma è difficile che possa capovolgere la decisione, visto che in Commissione è passata all’unanimità. (ANSA).