(ANSA) – NAPOLI, 21 SET – Non è stato riconosciuto da alcun detenuto, ma da un suo superiore, ritenuto però non attendibile: per questo motivo l’agente penitenziario Angelo Di Costanzo è stato assolto per non aver commesso il fatto dall’accusa di aver preso parte alle violenze ai danni dei detenuti avvenute nel carcere di Santa Maria Capua Vetere il 6 aprile 2020. Emerge dalle motivazioni, depositate in questi giorni, della sentenza di assoluzione che il giudice per l’udienza preliminare del tribunale sammaritano Pasquale D’Angelo ha pronunciato al termine del processo svoltosi con rito abbreviato il 20 giugno scorso nei confronti di D’Angelo e dell’altro agente Vittorio Vinciguerra, gli unici a scegliere un rito alternativo al dibattimento. Il gup ricostruisce il percorso, piuttosto tortuoso, fatto dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere (pm Alessandro Milita, Alessandra Pinto e Daniela Pannone) per arrivare all’incriminazione di Di Costanzo. Questi non compariva né tra i 52 indagati che il 28 giugno 2021 furono destinatari delle misure cautelari emesse dal Gip di Santa Maria Capua Vetere Sergio Enea (18 agenti penitenziari finirono ai domiciliari, otto in carcere, tre ricevettero l’obbligo di dimora e per altri 23 agenti fu disposta la misura interdittiva della sospensione dal lavoro) né tra i 70 che ricevettero l’avviso di garanzia (120 in totale gli indagati iniziali); l’agente non era stato riconosciuto infatti da alcun detenuto vittima dei pestaggi. (ANSA).