(ANSA) – TRIESTE, 20 SET – Non verrà svolta una "rinnovazione" della consulenza per il caso di Emanuela Petrillo, l’ex assistente sanitaria di Spresiano (Treviso), accusata di avere finto di iniettare i vaccini contro le comuni malattie infettive a centinaia di bimbi, tra 2009 e 2017. Lo ha deciso la Corte d’appello di Trieste nel corso dell’udienza odierna, non accogliendo una richiesta in tal senso presentata dalla Procura. La sentenza è prevista per il 27 novembre; Emanuela Petrillo, che oggi ha 37 anni, in primo grado è stata condannata dal Tribunale di Udine a otto anni e mezzo (la richiesta della Procura era di 9 anni e sei mesi), una condanna giudicata eccessiva dalla difesa, affidata all’avv. Paolo Saladin, anche in considerazione che la donna è incensurata e madre di due figli. Le accuse a suo carico sono di peculato, omissione atti ufficio, falso, relative alle sedute vaccinali effettuate al distretto di Codroipo, e a San Daniele e Udine, dal 2009 al 2015, e all’Ulss 2 di Treviso, dove si trasferi’ e lavoro’ fino al giugno 2017, quando fu denunciata e licenziata per giusta causa. Scoperta, non ha mai spiegato il suo comportamento e neppure chiesto scusa. Nell’autunno 2021 Petrillo è stata condannata dalla Corte dei conti, sezione giurisdizionale Fvg, al pagamento di 550 mila euro a favore dell’Azienda sanitaria universitaria Friuli centrale (Asufc). (ANSA).