(ANSA) – SYDNEY, 18 SET – Fra 150 e 200 mila persone, secondo le stime degli organizzatori, hanno sfilato ieri nelle maggiori città d’Australia, da Sydney a Melbourne, dalla capitale federale Canberra a Perth e a Hobart, da Adelaide a Darwin e Newcastle, in sostegno del Sì al referendum costituzionale sulla proposta di istituire una ‘Voce’ delle popolazioni indigene al parlamento nazionale: un ente rappresentativo da consultare nell’elaborazione delle politiche e delle decisioni che le riguardano. Alle 40 manifestazioni di ieri sono intervenuti esponenti politici e leader indigeni e si sono esibiti alcuni dei più noti cantanti. A Sydney ha parlato la portavoce della campagna Yes23 e nota regista cinematografica Rachel Perkins, secondo cui si sta affermando "un movimento popolare". "Non sono i politici, sono le persone di tutti i giorni: artisti, gruppi sportivi, tutti possono avere un’opinione su questo… Solo i cittadini possono cambiare la costituzione, e ci incoraggia vedere il movimento di massa di persone raccolte qui adesso". I referendum in Australia richiedono una doppia maggioranza, dei votanti su scala nazionale e in almeno quattro dei sei Stati delle federazione. Se passerà il sì gli australiani indigeni, i cui popoli vivono nel continente da 65 mila anni, avranno un diritto sancito ad essere consultati dal parlamento e dal governo, tramite l’ente consultivo detto la ‘Voce’, su norme che hanno effetto sulle loro comunità. La campagna per il Sì vede il percorso per la vittoria grazie ai giovani e le donne nelle maggiori città, oltre che tra le comunità indigene, e ha lanciato una massiccia campagna popolare per contrastare i sondaggi, che finora mostrano in vantaggio il No in aree chiave. In particolare prevedono finora il Sì negli stati del New South Wales (Sydney) e Victoria (Melbourne) e il No in Queensland (Brisbane) e Western Australia (Perth). Sarebbe quindi negli stati ‘minori’ di South Australia (Adelaide) e Tasmania (Hobart) dove il referendum sarà deciso. (ANSA).