(ANSA) – ROMA, 15 SET – Si stima che quasi 300.000 bambini siano stati esposti alla tempesta Daniel nella Libia orientale e che un numero crescente di bambini e famiglie abbia un disperato bisogno di assistenza umanitaria, in seguito ai danni significativi subiti da numerose abitazioni, ospedali, scuole e altre infrastrutture essenziali. Lo afferma l’Unicef. Secondo quanto riferito, la tempesta ha causato la morte di oltre 5.000 persone, mentre altre centinaia risultano ancora disperse. Almeno 30.000 sfollati interni, riparati nelle scuole e in molte aree, rimangono isolati e inaccessibili. Almeno tre ospedali sono attualmente fuori servizio e almeno dieci centri di assistenza sanitaria primaria sono allagati. "I bambini libici stanno affrontando un’altra tragedia dopo oltre un decennio di conflitto. La nostra priorità è aumentare l’assistenza salvavita, in particolare fornendo forniture sanitarie, acqua e servizi igienici, sostegno psicosociale, rintracciare le famiglie e prevenire le malattie trasmesse dall’acqua. Per evitare una catastrofe, non possiamo permetterci di perdere tempo", ha dichiarato Michele Servadei, Rappresentante dell’Unicef in Libia, che sta visitando le aree colpite dalle inondazioni. "Sappiamo da precedenti disastri in tutto il mondo – ha aggiunto – che le conseguenze delle inondazioni sono spesso più letali per i bambini dell’evento meteorologico estremo stesso. I bambini sono tra i più vulnerabili e sono ad alto rischio di epidemie, mancanza di acqua potabile, malnutrizione, interruzione dell’apprendimento e violenza". Oltre ai rischi immediati di morti e feriti, le inondazioni in Libia rappresentano un grave rischio per la salute e la sicurezza dei bambini. L’Unicef ha bisogno di almeno 6,5 milioni di dollari per interventi urgenti salvavita ed è pronto a sostenere i bambini e le famiglie che necessitano di aiuti umanitari ad Al Bayda, Al Marj, Bengasi, Derna e nelle altre aree colpite. Le priorità immediate sono l’acqua potabile, le forniture mediche e le squadre sanitarie mobili, il sostegno psicosociale e il rintracciamento delle famiglie. (ANSA).