I rincari di fine estate, rendono amaro il ritorno alla quotidianità: è quanto emerge da un’analisi di Coldiretti sui dati Istat sull’inflazione ad agosto. A subire il maggior aumento è stato lo zucchero, che ha fatto registrare un +43% con conseguente effetto valanga su gran parte degli alimenti che lo contengono. Negli ultimi vent’anni in Italia sono stati chiusi 17 zuccherifici su 19 e questo fa sì che il Paese debba importane diverse tonnellate, con il conseguente aumento dei prezzi.
Al secondo posto della classifica degli alimenti che hanno subito i maggiori rincari c’è l’olio di oliva, con un +37%. In questo caso l’Italia è il secondo produttore mondiale ma negli ultimi anni i raccolti si sono ridotti e ora le importazioni dall’estero sono pari a più del doppio della produzione tricolore.
Per Fortunato Trezzi, presidente di Coldiretti Como Lecco, “Aumentare la sovranità alimentare del Paese rappresenta una scelta importante per contenere i prezzi ed alzare la qualità dell’alimentazione. È fondamentale promuovere la filiera corta e ridurre la dipendenza dall’estero con investimenti in innovazione e tecnologia per difendere i raccolti dai cambiamenti climatici”.
“L’opportunità offerta dal Pnrr per l’agroalimentare italiano – aggiunge Trezzi – va nella direzione auspicata di ‘raffreddare’ il carovita che pesa sulle tasche degli italiani e sui costi delle imprese. Gli accordi di filiera per sostenere la produzione in settori cardine, sono infatti un’occasione unica che non va sprecata per crescere e garantire una più equa distribuzione del valore lungo la filiera, dal produttore al consumatore”.