(ANSA) – OLBIA, 29 AGO – Nessuna battaglia legale lunga ed estenuante; nessun giudice chiamato a sviscerare legami e relazioni affettive giunte al termine, ma solo una coppia composta da due mamme molto ragionevoli, ormai separate, ma unite ancora dalla priorità che è quella di volere il bene del proprio figlio. Una coppia di un comune della Gallura ha scritto un atto importante e per il momento ancora unico della giurisprudenza sarda e raro in quella italiana: grazie alla mediazione portata avanti tra gli studi legali ai quali le due donne si sono rivolte, si è raggiunto l’accordo dell’affidamento condiviso e paritetico del loro figlio. "Ma la cosa più importante da sottolineare – spiega all’ANSA l’avvocata Graziella Putzu che ha rappresentato la madre non biologica – è il raggiungimento di un accordo per il collocamento del minore nella casa matrimoniale che è stata assegnata alla madre non biologica". In altre parole il bambino è stato affidato ad entrambe le donne, ma vivrà nella casa con la mamma non biologica. Entrambe, però, passeranno tempi uguali con lui e si occuperanno della sua crescita senza nessuna forma di mantenimento economico, ma in misura uguale secondo le esigenze del piccolo. La notizia, diffusa dal quotidiano sardo L’Unione Sarda, ha una forte rilevanza proprio perché il provvedimento condiviso dalle madri e dai loro legali ha valore di sentenza pur senza essere passati dai banchi di un tribunale. "Il mio studio legale – spiega l’avvocata Putzu – ha mandato un invito alla negoziazione alla controparte rappresentata dall’avvocata Valentina Varrucciu, che ha accettato. Le trattative si sono concluse con un accordo che è stato inviato al procuratore. Nel nostro caso, dopo qualche giorno ha messo un timbro in calce all’accordo e ci ha rispedito l’autorizzazione. Questa cosa dal punto di vista giuridico conferisce all’atto gli stessi effetti di una sentenza, con la differenza che invece di seguire un percorso lunghissimo e stressante, viene fatto in house". L’intera procedura si è conclusa nell’arco di un mese e mezzo circa e gli avvocati hanno inviato la decisione al comune di appartenenza che li ha annotati nello stato civile. (ANSA).