(ANSA) – BOLOGNA, 29 AGO – Dietro il bancone della sua edicola ieri ha ricominciato a sorridere, dopo cento giorni dall’alluvione. "Ho riaperto finalmente, ma adesso c’è bisogno di ripartire davvero in una situazione che resta difficoltosa e ancora senza aiuti dallo Stato". A raccontarlo è Luca Alvisi, 38 anni, titolare dell’edicola di via Lapi a Faenza, circa duecento metri dal fiume Lamone, che quando ha rotto l’argine la notte tra il 16 e il 17 maggio ha sommerso tutto sotto sei metri d’acqua per un giorno e mezzo, poi ha lasciato la melma. "Ieri è stata una giornata bella, pienissima, è venuto anche il sindaco, tanti cittadini, amici, clienti a trovarmi, sono stato molto contento – confida Luca – Ero emozionato perché mi è mancato molto il mio lavoro". L’edicola è stata distrutta dall’alluvione, ma Alvisi fin da subito ha avuto chiaro il desiderio di riaprire la sua attività, quel sogno realizzato 14 anni fa quando era riuscito a rilevarla, proprio l’edicola dove andava da bambino a comprare le figurine, fino a riqualificarla completamente nel 2020. "Ero partito fortissimo i giorni dopo il disastro. Mi dicevo: puliamo tutto, sistemiamo e andiamo avanti". "Ho lanciato un crowdfunding per riaprire l’edicola quando mi sono reso conto delle difficoltà e ci sono state persone generose che ci hanno aiutato. Le donazioni sono arrivate a circa 7-8 mila euro. Ma dallo Stato nulla". Non nasconde la delusione perché "proprio lasciati soli così dallo Stato non va bene – insiste – Mi auguro ci rimborsino i danni, un aiuto sarebbe importante; sono un po’ sconfortato dall’atteggiamento che hanno tenuto finora". (ANSA).