(ANSA) – NAPOLI, 26 AGO – C’è un "clima di morte e di deserto", oggi al parco Verde di Caivano. Padre Maurizio Patriciello guarda le strade dalla sua chiesa. Sull’ennesima brutta pagina, sullo stupro subìto dalle due piccole, "oggi nessuno vuole parlare, per paura", dice. A Caivano, in fondo succede sempre così. Il giorno dopo spuntano le telecamere, le forze dell’ordine e la gente, in quei vialoni dove non arriva nemmeno l’ombra degli alberi, non vuole prendere posizione, non vuole mettere nei guai qualche amico, non vuole turbare gli affari dello spaccio. Don Maurizio le sa bene queste cose, è l’unico che al parco Verde di Caivano non ha mai voltato le spalle. Ma in tanti, troppi, in questi anni lo hanno fatto. Se la prende con chi non ha fatto nulla, oggi. "Quando costruirono il Parco Verde fu realizzato anche il centro sportivo che doveva essere utilizzato proprio dai piccoli di questa zona. Che fine ha fatto? Un mese fa un ragazzo è morto dentro per un overdose, è abbandonato, è diventato una pattumiera. La struttura è del Comune. Il Comune cosa ha fatto? – racconta all’ANSA – qui non ci sono servizi sociali, non ci sono vigili urbani, non c’è una fermata del bus. Non c’è niente. Se ci fossero stati forse qualcosa si poteva evitare". "Qui nessuno ha la bacchetta magica, nessuno – aggiunge – ma c’è una parola magica che è ‘insieme’. Se insieme, con grande umiltà, senza che gli uni gettino stracci agli altri, ci chiediamo cosa è successo, forse possiamo fare qualcosa. Altrimenti, come sempre, resteranno solo le chiacchiere". (ANSA).