(ANSA) – LONDRA, 11 AGO – Salgono i toni del muro contro muro fra il governo Tory di Rishi Sunak e i medici del sistema sanitario nazionale britannico (Nhs), in primis i cosiddetti junior doctor, sullo sfondo di una vertenza salariale in atto ormai da mesi; vertenza di cui non si vede la fine, a differenza degli accordi raggiunti parallelamente nelle ultime settimane da altre categorie di servizio pubblico. Gli junior doctor, giovani medici neo-specializzati che esercitano mentre fanno pratica post-laurea in cambio di stipendi mediamente modesti negli ospedali dell’Nhs, sono tornati oggi in sciopero per quattro giorni, fino al 15 agosto, nell’ambito dell’ennesima tranche di astensioni dal lavoro proclamate dalla British Medical Association (Bma): il sindacato di riferimento del settore chiede aumenti ben superiori all’inflazione attuale e al 6% offerto dal governo Sunak a luglio nell’ambito d’una proposta unilaterale – ultimativa "e finale" – estesa a milioni di dipendenti pubblici e accettata fra gli altri da insegnanti, poliziotti o militari. Una linea dura denunciata sul Daily Mail come "sconsiderata" dal ministro della Sanità, Steve Barclay, il quale ha accusato apertamente gli scioperanti di mettere "a rischio i pazienti", in difficoltà gli altri colleghi medici e di contribuire ad aggravare il record dell’endemica piaga delle liste d’attesa in ospedali e ambulatori del Regno. Accuse che i rappresentati degli junior doctor respingono categoricamente, rivendicando "l’instancabile impegno quotidiano" della categoria a fronte delle negligenze imputate alla politica sanitaria del governo e a un calo drastico del potere di acquisto delle retribuzioni negli ultimi 15-20 anni. Da parte loro, i vertici manageriali dell’Nhs stimano l’impatto degli scioperi di questi mesi di malcontento sociale sui costi della sanità pubblica in una cifra pari a un miliardo di sterline. (ANSA).