(ANSA) – ROMA, 07 AGO – In una Niamey apparentemente tranquilla l’atmosfera resta sospesa, perché i venti di guerra in Niger non si sono placati. Al contrario, appena è scaduto l’ultimatum dell’Ecowas, i golpisti hanno fatto scattare l’allerta chiudendo lo spazio aereo e inviando rinforzi alle frontiere. I leader dei Paesi dell’Africa occidentale, che minacciano un intervento militare per reintegrare il deposto presidente Mohamed Bazoum, hanno deciso di incontrarsi di nuovo, giovedì ad Abuja, per discutere dei prossimi passi, allontanando almeno di qualche giorno lo spettro dell’escalation. Mentre l’Europa, che continua a guardare con preoccupazione alla crisi, con Italia e Germania in testa continua a premere per una soluzione diplomatica. Nella capitale nigerina, il giorno dopo la scadenza dell’ultimatum dell’Ecowas, non è stato registrato alcun dispiegamento di truppe da parte dei generali che hanno preso il potere il 26 luglio scorso. Ma una prova di forza è arrivata. Poco prima della mezzanotte di domenica, l’ora del dead line, i golpisti hanno chiuso lo spazio aereo "fino a nuovo ordine". Il blocco è stato deciso perché "la minaccia di intervento dei Paesi vicini si sta facendo sempre più chiara", è stata la spiegazione ufficiale, a cui però è seguito un duro avvertimento: qualsiasi sconfinamento provocherà "una risposta vigorosa e istantanea". Allo stesso tempo le nuove autorità militari hanno inviato altre truppe ai confini con Nigeria e Benin. A Niamey poi sono arrivate due delegazioni di Mali e Burkina Faso, anch’essi retti da giunte militari, per esprimere "solidarietà ad un popolo fraterno". Al momento comunque un intervento militare straniero non appare immediato. (ANSA).