Non bastano multe e transenne, non bastano i continui controlli delle forze dell’ordine e i cartelli con i divieti. Ancora una volta l’area del Tempio Voltiano a Como si è trasformata in un lido. Decine i bagnanti che hanno trascorso il pomeriggio in riva al lago, sul prato affianco al monumento, sulla spiaggia e – molti – in acqua. In particolare ragazzi ma tra loro c’erano anche famiglie con bambini. Tanti sono turisti.
Non mancano i frequenti passaggi delle forze dell’ordine, per impedire comportamenti vietati e per spiegare la pericolosità del lago in quella zona. Ma appena si spostano ecco che si torna a nuotare. Il tutto in un punto tristemente noto per le ripetute tragedie.
Il copione è sempre lo stesso: asciugamani stesi sulla sabbia, amanti della tintarella stesi al sole, bambini e adulti in acqua. Qualcuno addirittura munito di maschera.
A metà luglio ai cartelli era stata posizionata anche una transenna con il divieto di entrare nel lago. Ma i bagnanti già nei giorni successivi l’avevano spostata.
I controlli della polizia locale hanno accertato 32 multe per i bagni vietati nel primo bacino del Lario nei due mesi di maggio e giugno.
Proprio per disincentivare e nel caso sanzionare questi comportamenti gli agenti della polizia locale hanno incrementato i controlli nell’area, in accordo con tutte le altre forze dell’ordine.
Oltre alle insidie del lago – vale la pena ricordare – che i campionamenti effettuati rilevano anche una pericolosità dal punto di vista microbiologico e degli inquinanti vista la vicinanza della foce del Cosia. Come sottolineato di recente in occasione della presentazione dei risultati della Goletta dei Laghi.