(ANSA) – NAIROBI, 01 AGO – Saranno accusati di omicidio ed altri crimini, 41 dei 65 sopravvissuti al cosiddetto ‘massacro di Shakahola’, il digiuno forzato dei seguaci della setta keniana del predicatore Paul Mackenzie che li spingeva all’astinenza promettendo di far loro "vedere Gesù in paradiso". Il consigliere della pubblica accusa, Jami Yamina, ha dichiarato al magistrato di Mombasa che le indagini hanno stabilito che queste persone avrebbero avuto un ruolo decisivo nelle morti dei loro figli e nipoti trovati nelle fosse comuni nella foresta di Shakahola, nell’entroterra della cittadina turistica di Malindi, come riporta il sito del canale televisivo K24. "I 41 sono indagati per omicidio o lesioni colpose, tentato suicidio, crudeltà e negligenza nei confronti dei bambini, mancato accompagnamento a scuola e mancata fornitura di beni di prima necessità senza una valida giustificazione, oltre che per radicalizzazione", ha dichiarato Yamina. Le autopsie su alcuni dei corpi delle 425 vittime recuperate finora, hanno rivelato oltre al deperimento, anche strangolamento e lesioni come cause della loro morte. Secondo la Croce Rossa keniana, i seguaci scomparsi a Shakahola sarebbero più di 600. (ANSA).