Un sequestro di beni per “danno erariale” da oltre 3 milioni di euro è stato operato dalla guardia di finanza di Como a Leonardo Cazzaniga, l’ex vice primario del pronto soccorso dell’ospedale di Saronno, in provincia di Varese accusato di aver somministrato farmaci letali a diversi pazienti tra il 2011 e il 2014, e nei confronti di Laura Taroni, infermeria comasca dello stesso presidio con la quale aveva una relazione. La donna separatamente giudicata e condannata a 30 anni di reclusione in appello in un altro filone processuale.
E’ quanto ha reso noto il Comando provinciale della guardia di finanza di Como. Al termine dell’attività investigativa “la Procura Regionale della Corte dei Conti – spiegano le Fiamme Gialle – ha quantificato in 900.000 euro in capo all’infermiera e in oltre 2 milioni (2.253.872,28 per la precisione) nei confronti del medico il danno erariale complessivamente cagionato. Importi per i quali è stato disposto ed eseguito il sequestro conservativo, alla luce del fondato timore di attenuazione della garanzia del credito erariale”.
La duplice responsabilità nei confronti dell’Asst Valle Olona
“Gli approfondimenti ispettivi svolti – ha spiegato la guardia di finanza – hanno permesso di acclarare come, sulla base del vincolo di dipendenza dei due soggetti con l’Azienda Socio Sanitaria Territoriale, le condotte contestate in ambito penale agli imputati abbiano generato la sussistenza di una duplice responsabilità erariale in danno dell’Asst Valle Olona: da un lato, il danno indiretto, cagionato dai risarcimenti che l’ospedale ha dovuto pagare agli eredi dei pazienti deceduti, dall’altro l’ulteriore danno non patrimoniale, nella fattispecie di danno all’immagine, derivato dal discredito gettato sulla funzionalità e la capacità assistenziale della struttura”.
L’inchiesta “Angeli e Demoni” era stata aperta dalla procura di Busto Arsizio nel 2016. Era stata avviata dopo l’esposto di alcuni infermieri che chiedevano chiarezza su quanto avveniva nel pronto soccorso di Saronno.
Per Cazzaniga carcere a vita. La Corte di Cassazione ha confermato la condanna all’ergastolo per il rianimatore lo scorso ottobre.
La Finanza di Como ha operato per competenza territoriale (il Tribunale è Busto Arsizio e i fatti sono avvenuti all’ospedale di Saronno, entrambi in provincia di Varese) in base alle residenze anagrafiche dei due imputati.