«Se a un campo o a un incontro di quelli che facevamo in oratorio avessi chiesto a Chiara, riguardo a questo vangelo che abbiamo appena ascoltato, “ma il pesce sarà stato crudo o cotto?”, mi avrebbe risposto “Don, crudo. Ci sono tanti di quei modi per riuscire a prepararlo crudo, io li conosco. Basta avere un abbattitore”. “Ma secondo te si può avere un abbattitore nel deserto?” “Don, allora si può cuocere. Io so accendere il fuoco, non ci vuole molto: prendiamo delle pietre, dei legni, lo accendiamo… Don, perché non lo facciamo davvero?”. Questa era Chiara: entusiasta, sempre sul pezzo delle cose, fantasiosa…»
Ha iniziato così la sua omelia Don Roberto Bartesaghi, che ben conosceva Chiara Rossetti, la sedicenne morta tragicamente la notte tra lunedì e martedì mentre dormiva in una tenda nei boschi di Corteno Golgi, nel Bresciano, insieme al suo gruppo scout.
Il brano di Vangelo scelto era quello della moltiplicazione dei pani e dei pesci e nella sua omelia il parroco di Tavernola ha proseguito ricordando come «sui suoi cinque pani e due pesci sapevi di poter contare sempre. Sempre e subito. Perché era generosa. Tanto, troppo. Perché voleva bene a tutti, sempre. Subito. Senza se e senza ma».
Il ricordo degli amici
Qualità di cui hanno parlato anche i tanti ragazzi che hanno voluto condividere un ricordo di Chiara al termine della funzione.
“Tu ci sei sempre stata con uno stile riconoscibile: offrivi abbracci sinceri e attenzione autentica” le parole dei giovani di Tavernola.
“Negli occhi di ognuno di noi quella notte si leggeva la paura, speravamo in una fine diversa. La tua gentilezza e la tua disponibilità ci accompagneranno sempre”, il commosso saluto dei compagni di squadriglia.
Tra gli amici di scuola c’è chi ha ricordato come, durante l’alternanza scuola lavoro, Chiara ogni mattina passasse a salutare chi doveva seguire le lezioni, anche a costo di fare tardi allo stage, solo per vederli sorridere e portare un po’ di buonumore.
Dentro e fuori la chiesa centinaia di persone hanno voluto porgere un ultimo saluto a Chiara, stringendosi attorno a mamma Rita e papà Leonardo, alla sorella Cecilia e al fratello Francesco.
Lunghi abbracci e lacrime sui volti dei tanti scout presenti, che promettono di non dimenticare Chiara, il suo sorriso e i suoi insegnamenti. Scout una volta, scout per sempre.