(ANSA) – GENOVA, 20 LUG – Evadevano svariati milioni di euro di iva e dazi presentando in Dogana falsa documentazione per lo sdoganamento della merce. Ma l’associazione a delinquere finalizzata all’evasione dell’iva e al contrabbando che operava dietro lo schermo di società ‘cartiere’ bulgare è stata scoperta dai funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Per oltre 1 anno, coordinati della Procura di Genova, i funzionari dell’ufficio interregionale Antifrode e la Polstrada hanno effettuato pedinamenti, monitoraggi con telecamere e gps e intercettazioni su 5 telefoni fino alla perquisizione nelle sedi di due società. Dodici italiani sono indagati per associazione a delinquere, falso in atto pubblico, contrabbando ed evasione dell’iva all’importazione aggravati da transnazionalità. La merce estera che arrivava nel porto di Prà non assolveva l’iva e aveva come destinatarie due inesistenti società bulgare ma le merci venivano immesse sul mercato italiano e in altri Paesi Ue evadendo così l’Iva. Per far questo venivano falsificati i documenti consegnati ai trasportatori. Il falso per induzione in atto pubblico, contrabbando aggravato ed evasione dell’Iva all’importazione consisteva nell’alterazione dei documenti commerciali con dichiarazione in dogana di valori imponibili inferiori per ridurre l’importo di dazi e iva. Il terzo filone per falso per induzione e contrabbando riguardava una serie di spedizioni all’estero in sospensione di imposta. Le merci andavano messe in un apposito magazzino gestito da una società di logistica ma non venivano stoccate. Sono state eseguite misure cautelari, personali e reali in carcere nei confronti dei due capi promotori della banda ed è stata sequestrata la società di pratiche doganali. Altri 8 indagati tra cui il titolare e 2 dipendenti di una impresa di logistica sono ai domiciliari. L’indagine è nata da una attività condotta dai funzionari doganali su una banda radicata a Genova nata per la fraudolenta acquisizione di finanziamenti bancari con garanzia dello Stato, che aveva condotto al sequestro di conti correnti per oltre 2,3 milioni di euro. (ANSA).