(ANSA) – GENOVA, 12 LUG – E’ stata la deposizione più lunga, durata per quattro udienze. Una testimonianza che non ha convinto i pm Walter Cotugno e Marco Airoldi che hanno chiesto la trasmissione degli atti per Giampiero Giacardi, direttore centrale delle risorse umane di Autostrade dal 2000 al 2020. Per la procura avrebbe mentito durante le udienze e sarebbe stato imbeccato da alcuni legali e imputati su quanto dire al processo per il crollo del 14 agosto 2018 che causò 43 vittime. L’ex dirigente era un testimone chiave per l’accusa: avrebbe dovuto spiegare la logica del sistema di retribuzione manageriale basato su una quota fissa e una quota variabile, quest’ultima legata ad un punteggio che è più alto più sono gli obiettivi strategici ottenuti. Per gli inquirenti in Aspi gli obiettivi erano la riduzione dei costi di manutenzione e non sforare il budget. Una ricostruzione contestata da Giacardi: "la riduzione dei costi non è mai stata indicata come obiettivo" e "che nel sistema retributivo bisognava prendere in considerazione più voci frutto di una programmazione pluriennale". Ieri Giacardi aveva detto che "la rete autostradale non può essere considerata un luogo di lavoro. Perché è percorsa anche dagli utenti che transitano con i propri mezzi". La procura è invece convinta che sia un luogo di lavoro perché vi passano quotidianamente dipendenti addetti alle manutenzioni e che lungo la rete svolgono il proprio lavoro. Oggi è stata risentita Maria Pia Repetto, ingegnere e insegnante del dipartimento di ingegneria civile, chimica e ambientale dell’ateneo genovese a cui Aspi e Spea chiesero di vedere il progetto di retrofitting (i rinforzi alle pile 9 e 10). "A una riunione Emanuele De Angelis (uno degli imputati, ndr) ci parlò del vuoto degli stralli legati a difetti in fase costruttiva. Ma forse era riferito in termini generali. Noi non leggemmo a fondo i documenti e gli allegati all’elaborato. A una lettura sommaria vidi che negli allegati c’erano riferimenti a prove conoscitive riferite a stati di degrado e corrosione". (ANSA).