L’11 luglio ha sempre un significato magico per gli appassionati di calcio del nostro Paese. Era infatti l’11 luglio del 1982 quando l’Italia vinse il Mondiale di calcio in Spagna. Successo degli azzurri nella finalissima per 3-1 contro la Germania Ovest. Molti protagonisti di quella spedizione erano (e sono) legati alla città di Como e alla sua squadra. Un’impresa poi ripetuta, in tempi più recenti, dal gruppo di Marcello Lippi e del comasco Gianluca Zambrotta nel 2006 in Germania.
Ma la memoria ora torna all’estate del 1982. Momenti magici per il nostro Paese, un successo che segnò anche un riscatto dell’Italia dopo il periodo buio del terrorismo e che fece l’apripista agli anni ‘80 vissuti nel segno di una crescita generale.
Una Nazionale che, tra l’altro, nel suo cammino di preparazione nel maggio del 1982 aveva fatto tappa sulle rive del lago, per svolgere allenamenti a porte chiuse e che sfidò una formazione giovanile del Como.
La compagine che trionfò in Spagna, aveva, come detto, molti legami con il Lario. Tra i titolari c’erano due comaschi, ma che non hanno mai giocato con la società di via Sinigaglia: Claudio Gentile e Gabriele Oriali. Gentile è originario di Brunate, anche se ha visto la luce in Libia. Da giovane era stato notato dagli osservatori del Como, ma non era stato raggiunto con i suoi familiari l’accordo per il pagamento della funicolare per raggiungere gli allenamenti; così andò a giocare nel Varese. Ricordato come arcigno difensore, in realtà Gentile sapeva proporsi con successo in attacco: il gol dell’1-0 di Paolo Rossi nella finalissima arriva infatti da un suo cross. “Ne avevo parlato con Rossi. Ci eravamo detti che i cross alti sarebbero stato intercettati dai solidi difensori tedeschi” ha spiegato recentemente Gentile. “Siamo rimasti d’accordo sul fatto che eventuali traversoni sarebbero stati bassi, come in occasione della rete dell’1-0”.
Oriali è invece nato in città, anche se poi la sua crescita, calcistica e non solo, è stata altrove.
Tra i protagonisti di quella spedizione ci furono altri due atleti passati dal Como: il bomber Paolo Rossi e Marco Tardelli.
Paolo Rossi sul Lario non ha avuto molta fortuna. Arrivò in prestito dalla Juve per il torneo 1975-1976 e combinò ben poco per incomprensioni tattiche con lo staff tecnico e per infortuni. Ma in città si era trovato bene e aveva anche consolidati rapporti, amici che lo hanno ricordato con parole di ammirazione e tristezza alla sua scomparsa, avvenuta il 9 dicembre del 2020. Rossi dal Como fu rimandato ai bianconeri che lo girarono al Lanerossi Vicenza, dove invece si consacrò a suon di gol e si lanciò ad alti livelli.
Marco Tardelli si era messo in luce proprio con il Como allora allenato da Pippo Marchioro nella stagione 1974-1975 e poi è passato alla Juventus dove ha trovato fortuna e successi e si è proposto autorevolmente come uno dei migliori centrocampisti nella storia del calcio italiano.
Lo stesso Tardelli da allenatore avrebbe poi guidato il Como alla promozione in serie B nel 1994 ai playoff, con il successo decisivo per 2-1 allo stadio Bentegodi di Verona nella finalissima contro la Spal.
Nel gruppo dei 22 c’era anche Pietro Vierchowod, prodotto del vivaio lariano, che però per un infortunio non trovò spazio. Qualche apparizione, invece, per Giampiero Marini, all’epoca centrocampista dell’Inter, che poi sarebbe diventato mister del Como negli anni ’90 e sul Lario nel 1997 avrebbe conquistato la Coppa Italia di serie C.
In tempi recenti lo “Zio” Giuseppe Bergomi è stato allenatore nel settore giovanile del Como (ha guidato la Berretti nel torneo 2013-2014) e ha continuato a mantenere, grazie all’associazione dei Bindun, stretti legami con iniziative benefiche del territorio lariano.
Un discorso che vale anche per il commissario tecnico Enzo Bearzot che aveva amici a Como – in particolare la famiglia D’Angelo – ed è capitato spesso dalle nostre parti, sia a titolo privato sia per qualche evento pubblico prima della sua scomparsa, avvenuta nel dicembre 2010. Lo si ricorda ad esempio allo stadio per una iniziativa benefica organizzata dalla Guardia di finanza a cui aveva partecipato anche l’artista e scrittore Giorgio Faletti.
Merita una citazione pure Roberto Maistrello, scomparso nel 2018 a 84 anni. Magazziniere dell’Inter dal 1963 al 1996, fu uno degli uomini di fiducia di Helenio Herrera e approdò alla Nazionale al Mondiale del 1974 in Germania. Rimase nei quadri della Federcalcio per oltre 12 anni, partecipando a quattro rassegne iridate, tra cui quella vincente del 1982.
Non mancano altre due curiosità lariane legate a quel “Mundial”.
C’è la vicenda di Hans Dieter Mirnegg, terzino azzurro austriaco, grande delusione nel Como 1981-1982. La Panini, che si doveva muovere in anticipo per creare gli album degli eventi, lo collocò tra i convocati dell’Austria e pubblicò la sua figurina. Il suo c.t. Georg Schmidt, però, per la pessima stagione sul Lario, evitò di chiamarlo. Ma quella figurina è rimasta nella collezione e ancora oggi rimane oggetto di discussione tra gli appassionati di memorabilia.
Nella finalissima Italia-Germania, infine, giocò nei minuti conclusivi il tedesco Hansi Muller che poi, qualche anno dopo, avrebbe vestito la casacca del Como in serie A. Protagonista negli Europei vinti dalla Germania Ovest nel 1980 in Italia, in Spagna Muller non riuscì invece a far emergere le sue riconosciute qualità.