Il mondo del calcio è in lutto per la scomparsa di un grande come Luisito Suarez. Il regista del Barcellona e della Grande Inter si è spento all’età di 88 anni. Da giocatore una carriera di altissimo livello, che lo portò a conquistare il Pallone d’Oro nel 1960, culmine di un percorso caratterizzato da una lunga serie di successi: con l’Inter si ricordano due Coppe Campioni, altrettante Intercontinentali e tre scudetti.
Luisito Suarez sul Lario
Nella sua carriera di allenatore anche un passaggio, a dire il vero non molto fortunato, al Como. Luisito Suarez fu chiamato a sostituire Gennaro Rambone al capezzale di una squadra in piena crisi nella stagione 1977-1978 in serie B. Ma i lariani non uscirono dalla fase negativa e Suarez dopo undici gare senza particolari miglioramenti (tre vittorie, quattro pareggi e altrettante sconfitte) decise di andarsene. Al suo posto Narciso Pezzotti – poi secondo di Marcello Lippi nell’Italia campione del mondo ai Mondiali 2006 – che non riuscì ad evitare la retrocessione.
Un Como che nella rosa aveva nomi importanti, che negli anni successivi avrebbero scritto pagine di storia di assoluto rilievo – con gli azzurri e non solo – come Ezio Cavagnetto, Giancarlo Centi, Gianfranco Matteoli, Claudio Correnti, Silvano Fontolan, Mario Guidetti, Marco Nicoletti, Pietro Vierchowod, Roberto Melgrati, William Vecchi, Domenico Volpati, Carlo Trevisanello, Enrico Todesco e Franco Pancheri. Ma evidentemente era una stagione nata sotto cattivi auspici e finita male.
Oltre che il Como in quella parentesi, Suarez ha anche guidato Inter, Albacete, Cagliari, Spal, Deportivo La Coruna, Albacete e le Nazionali spagnole (campione europeo 1986 Under 21 e tecnico di quella maggiore, tra l’altro ai Mondiali del 1990 in Italia).
Spesso in passato Luisito Suarez ha seguito incontri del Como in tribuna, sempre cordiale e disponibile con chi si fermava a parlare con lui o con chi gli chiedeva un autografo. A chi gli chiedeva dell’esperienza sul Lario, non nascondeva il dispiacere per non essere riuscito a risollevare le sorti di quella squadra.