A un anno dall’elezione del sindaco di Como, Alessandro Rapinese, è tempo di bilanci anche per le opposizioni. Dai consiglieri di Pd e Svolta civica arriva una sonora bocciatura. E non solo per quelle che definiscono “mancate promesse” ma anche per i rapporti giudicati “inesistenti” con le minoranze.
Tre i temi ribaditi con forza. Si è parlato di “politica dell’obbedienza”. Il riferimento – spiegano i consiglieri – è al lavoro della maggioranza “che promuove compatta le iniziative dell’amministrazione e boccia il resto”. Ma quella di Rapinese è stata definita – sempre dalle opposizioni – anche una politica “del pregiudizio” nei confronti delle minoranze e “dell’annuncio”.
“Ci sono le promesse sulla piscina di Muggiò, sull’area Ticosa, c’è l’asilo Sant’Elia che cade a pezzi e sul traffico il sindaco non può dire che non sa cosa fare. Altrimenti si faccia da parte” ha detto Vittorio Nessi, capogruppo Svolta Civica consiglio comunale di Como.
Dallo sport alla cultura, fino alle scuole. Stroncature sono arrivate su tutti i fronti a partire dal sostegno alle famiglie e ai più deboli. Patrizia Lissi, capogruppo Pd consiglio comunale di Como ha parlato della situazione ancora in stand by di via del Dos e delle mancate risposte sul futuro del servizio “Emergenza freddo”.
Ma non è mancato anche un momento per riflettere su come fare opposizione. Stefano Fanetti, Pd, ha ribadito la necessità di costruire un’alternativa forte, fatta sempre più di confronto con i cittadini, mettendo in campo anche una diversa capacità di comunicare.