Telelavoro dei frontalieri in Svizzera, oggi scade l’accordo che ha consentito dal 1° febbraio scorso, di prorogare, dopo gli anni della pandemia, la possibilità di superare i limiti del 25% dello smartworking previsti dalle regole europee, senza che ciò determinasse la perdita dello status di frontaliere.
L’accordo per il momento non è stato rinnovato ufficialmente, nonostante le numerose sollecitazioni arrivate da più parti, ma ieri a poche ore dalla scadenza, dal governo italiano è arrivato l’annuncio di una proroga fino al 31 dicembre prossimo. Una promessa, perché nulla è stato ancora firmato.
Il vice ministro al Lavoro e alle Politiche sociali Maria Teresa Bellucci in aula alla Camera ha dichiarato che “Il governo sta già proponendo iniziative per andare verso questa richiesta”.
“Accogliamo con soddisfazione questa notizia di una possibile proroga fino al 31 dicembre della deroga sul lavoro in smartworking, attendendo di vederla tradotta in un testo attuativo. – commenta Giuseppe Augurusa, rappresentante sindacale dei frontalieri della Cgil – Tuttavia, non senza qualche interrogativo: perché nel dibattito di ieri tra le forze politiche in Parlamento non si è dato atto di questa soluzione, gettando così nell’incertezza migliaia di famiglie italiane ed imprese elvetiche? – chiede Augurusa – Perché di fronte alle ripetute sollecitazioni sulla necessità di prorogare “alla francese” (con il 40% anziché il 25% del tempo di lavoro da remoto), non si è confermata pubblicamente la condivisione di questa linea già nei giorni scorsi? Perché nonostante la dichiarata disponibilità della Svizzera a sottoscrivere un accordo il governo italiano tergiversa arrivando a comunicazioni in extremis? Credo che questa modalità – conclude Augurusa – abbia a che fare con l’altra questione di gran lunga più rilevante, la discussione complessa sulla black list che era stata oggetto di iniquo scambio proprio nei mesi scorsi con il tema del lavoro a distanza”.