Droga dal Sud America e dalla Spagna al porto di Gioia Tauro, in Calabria, per poi essere trasferita in buona parte a Milano. Armi da guerra acquistate a Monza da un fornitore condannato all’ergastolo per omicidio aggravato e associazione mafiosa che nei permessi premio gestiva il traffico di pistole ma anche di bazooka e bombe a mano.
Gli arresti
I carabinieri di Monza, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano, al termine di un’indagine avviata nel 2020 hanno eseguito nelle scorse ore trenta misure cautelari per le accuse, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico nazionale e internazionale di sostanze stupefacenti, illecita detenzione, porto e cessione di armi comuni da sparo e da guerra, riciclaggio e autoriciclaggio. Agli indagati vengono contestati complessivamente 221 capi d’imputazione. Gli arresti sono stati eseguiti nelle province di Monza Brianza, Milano, Como, Pavia, Reggio Calabria, Catanzaro, Messina, Palermo, Trieste e Udine.
I canali criptati
Le indagini sfociate nell’operazione Crypto hanno avuto una rapida accelerazione grazie all’acquisizione delle chat che gli indagati facevano su canali criptati, estratte nell’ambito di un’altra operazione internazionale di polizia coordinata da Europol. Le informazioni si sono rivelate preziose perché le persone coinvolte parlavano in modo esplicito, convinte di utilizzare telefoni “sicuri”. Sulle chat condividevano fotografie dei pacchi di droga e delle armi trafficate, dettagli dell’occultamento dello stupefacente nei container e trattavano i prezzi della droga, festeggiando pure esplicitamente al buon esito dei loro traffici.
La droga
L’associazione, secondo quanto ricostruito dai carabinieri aveva la base a Milano. La droga proveniva dal Sud America prevalentemente dall’Ecuador e dalla Spagna e arrivava in Italia nascosta nei container nel porto di Gioia Tauro. Nel capoluogo lombardo, uno dei principali indagati, gestiva le relazioni per concludere la vendita della droga. Ricostruire compravendite per un totale di 3.051 chilogrammi di hashish per un valore di 12 milioni di euro e 374 di cocaina, pari a 11 milioni di euro.
Le armi
Parallelamente al traffico di droga, è emerso un illecito commercio di armi da fuoco comuni e da guerra: mitragliette UZI, fucili da assalto AK47, Colt M16, pistole Glock e Beretta, bazooka e bombe a mano MK2 “ananas”.
Parte degli ingenti guadagni del traffico di droga, venivano reinvestiti in orologi di lusso, beni immobili residenziali, attività commerciali, oltre che per l’acquisto di nuovi carichi di stupefacenti.