L’obiettivo, annunciato lo scorso aprile, era riaprire la funivia di Pigra entro l’estate per salvare la stagione. Ma così non è stato e così non sarà, a meno di sorprese nei prossimi due mesi. L’impianto che collega Argegno a Pigra è chiuso dall’ottobre del 2022 e i lavori di riqualificazione non sono ancora terminati. “Un disagio non soltanto per i tanti turisti che transitano sul Lago di Como, ma anche e soprattutto per i cittadini, ai quali viene tolto un servizio – commenta Anna Dotti, consigliere regionale di Fratelli d’Italia ed ex sindaco di Argegno – Per spostarsi tra le due località con la funivia si impiegano 4 minuti, che diventano 40 con l’auto”.
Nel mese di aprile la giunta della Regione aveva approvato una delibera che permette all’Agenzia del Trasporto Pubblico di Como, Lecco e Varese di avviare le gare per i servizi di trasporto su gomma e funiviario in lotti più piccoli. Una rimodulazione che renderebbe i bandi semplificati per dimensioni e appetibili per convenienza economica. “Il bando unico che permetterebbe la gestione di sette impianti del territorio non è ancora pronto – spiega Anna Dotti – Ci si sta scontrando con difficoltà burocratiche non indifferenti. E i lavori alla funivia si stanno prolungando a causa delle criticità affrontate in questo periodo da tanti cantieri, come la mancanza di personale, l’aumento dei costi dei materiali e la loro difficile reperibilità”.
“Questa situazione mi demoralizza molto – aggiunge il sindaco di Pigra, Giovanni Balabio – Abbiamo affidato la gestione del servizio all’agenzia del Tpl, ma ad oggi non si è mosso nulla. Così si vanifica tutto il lavoro di questi mesi. Gli interventi sull’impianto hanno avuto un finanziamento regionale di circa 650mila euro. La funivia è un’attrattiva per il lago e i numeri lo confermavano. Si sta cercando un gestore per un periodo di transizione, ma un altro grosso problema è la mancanza di personale. – prosegue Balabio – Ci siamo attivati come amministrazione comunale e abbiamo trovato dei macchinisti, ma mancano le figure dei capiservizio. La tragedia del Mottarone ha creato molti timori nell’assumersi questo ruolo di responsabilità”.