(ANSA) – ROMA, 22 GIU – Arriva un punto fermo nella vicenda dei feti sepolti a Roma con il nome della madre. Il Garante della privacy ha sanzionato per 176mila euro il Campidoglio e per 239mila euro l’Ama, società in-house che gestisce i servizi cimiteriali, per aver diffuso nel 2020 i dati delle donne che avevano affrontato un’interruzione di gravidanza, indicandoli su targhette apposte sulle sepolture dei feti presso il Cimitero Flaminio. Ma proprio per tutelare la privacy delle donne che avevano deciso di abortire il Campidoglio, guidato dal sindaco Roberto Gualtieri, già nel novembre del 2022 ha cambiato il regolamento cimiteriale stabilendo che i feti sepolti nei cimiteri capitolini non avrebbero più riportato il nome della donna, ma esclusivamente un codice alfanumerico associato ad un protocollo, apposto nel cippo funerario che sostituisce la croce. E così è attualmente. Il pronunciamento del Garante della privacy è stato salutato come una decisione storica da chi si era battuto contro quanto avveniva al cimitero Flaminio, durante l’amministrazione Raggi. Il Garante, nel suo pronunciamento, ha anche ammonito la Asl Roma 1 perché è emerso che l’Azienda trasmetteva ai servizi cimiteriali la documentazione con i dati identificativi delle donne, gli stessi poi riportati nei registri cimiteriali e sulle croci, nonostante la normativa specifica prevedesse che le informazioni da indicare fossero quelle del defunto. Per tanto il Garante ha ordinato all’Azienda sanitaria di non riportare più le generalità sulle autorizzazioni al trasporto e alla sepoltura e ha indicato alcune misure che garantirebbero la possibilità di individuare il prodotto del concepimento e il luogo della sepoltura, senza consentire, in modo diretto, di risalire all’identità della donna. (ANSA).