Centri civici di Como e nuove tariffe, a rispondere agli attacchi arrivati dal gruppo consiliare del Pd – che aveva parlato di contribuiti per l’utilizzo sproporzionati – è l’assessore ai Quartieri e alla Partecipazione di Palazzo Cernezzi, Francesca Quagliarini. “Con l’aumento dei costi è stato necessario rivedere le quote relative al rimborso spese – chiarisce l’assessore – Non esiste alcuna sproporzione”.
L’assessore fa dunque il punto sulle novità introdotte dalla giunta: “Per le associazioni il cui bilancio supera i 2mila euro non è cambiato nulla, le tariffe applicate sono rimaste invariate stabilite dalla precedente giunta nel 2018. A cambiare invece sono le quote per le associazioni sotto i 2mila euro che – fino all’introduzione delle nuove tariffe – pagavano 25 euro annui a prescindere dall’utilizzo del locale”, dice Quagliarini. “Resta il beneficio della gratuità – destinato in particolare alle associazioni che presentano un bilancio fino a 2mila euro e le persone fisiche che da anni svolgono attività di particolare rilevanza sociale e aggregativa – ma abbiamo introdotto una quota mensile e non più annuale che cambia da centro civico a centro civico in base alla capienza e superficie del locale utilizzato. Si va da un minimo di 15 euro a un massimo di 60 euro mensili – spiega l’assessore che specifica ancora – Ciascun associazione può richiedere da un minimo di 12 a un massimo di 52 settimane di utilizzo”.
Un esempio: per il locale ubicato al piano terra del centro civico di Albate – 18 metri quadrati e una capienza fino a 20 posti – la quota mensile per il rimborso spese di gestione è di 20 euro. Restando allo stesso centro ma spostandosi nella sala al secondo piano – grande 35 metri quadrati e capienza fino a 30 posti – l’importo mensile è di 30 euro. Per i salone da 275 metri quadri del centro civico di Camerlata in via Varesina l’importo è di 60 euro mensili e può ospitare oltre 50 posti.
“Le spese sono pari a un euro a testa al mese per utilizzo gratuito dello spazio – sottolinea ancora Quagliarini – Il comune deve provvedere alla manutenzione dei locali e farsi dunque carico delle spese. Non vogliamo svantaggiare l’associazionismo e il volontariato, anzi siamo pronti al dialogo e all’incontro”.