(ANSA) – OLBIA, 17 GIU – I preparativi per la cerimonia di battesimo della Moby Fantasy alle spalle nel porto Isola Bianca di Olbia e loro, giunti da più parti dell’Isola, a presidiare l’ingresso per gli imbarchi: hanno indosso delle maglie rosse con scritto "Io sono 141", per le 140 vittime della tragedia della Moby Prince, avvenuta il 10 aprile del 1991. In silenzio resteranno nel porto fino alle 20 di questa sera. Sono i parenti di chi morì nella collisione del traghetto della Navarma diretto a Olbia e appena uscito dal porto di Livorno, con la petroliera della Snam Agip Abruzzo. "Noi siamo i portatori di una piccola luce quella delle tenacia e costanza sulla verità, io passerò il testimone a mio figlio e per eredità glielo scriverò che dovrà passare a sua volta questa speranza ai suoi figli, perché sono morte 140 persone ma non morirà mai la ricerca da parte nostra della verità", dice Pino Cossu, che perse nove familiari della moglie Claudia Saccaro che si trovavano a bordo della nave, diretti in Sardegna proprio per partecipare al loro matrimonio. "Siamo sconcertati che dopo 32 anni uno Stato di diritto privi i suoi cittadini di ottenere una libertà legittima – aggiunge Cossu arrivato da Bonacardo – Ci sono stati fiumi di parole e depistaggi, incagliamenti di indagini. Bastava che gli Stati Uniti d’America ci avessero fornito il tracciato radar di quello che è successo quella sera, ma nessuno lo dice e ne parla". (ANSA).