(ANSA) – BELGRADO, 17 GIU – Nel nord del Kosovo è proseguita anche oggi la protesta dei serbi locali, tornati a radunarsi davanti ai municipi di Zvecan, Leposavic e Zubin Potok per manifestare contro l’insediamento dei nuovi sindaci di etnia albanese, e chiedere il ritiro dal nord della polizia di Pristina e il rilascio dei serbi arrestati negli ultimi giorni. La situazione sul terreno, nonostante il persistere di una forte tensione interetnica, appare tranquilla pur in presenza di un forte aumento di unità della polizia kosovara, in particolare a Mitrovica Nord. Ai valichi di frontiera resta il divieto imposto da Pristina sull’ingresso in Kosovo di camion con merce proveniente dalla Serbia. Le restrizioni riguardano anche automezzi vuoti ma che abbiano targa serba. Intanto la presidente del Kosovo Vjosa osmani, in una intervista a Deutsche Welle, ha ribadito la posizione di Pristina sulla volontà di concedere ampi diritti e autonomia alla minoranza serba, in modo che i serbi possano sentirsi alla pari e coinvolto nei processi sociali e politici. Ma sulla Comunità delle municipalità serbe in Kosovo, uno dei nodi cruciali del negoziato, la presidente ha insistito sul no di Pristina a ogni forma di organismo che riproponga il modello della Republika Srpska, l’entità a maggioranza serba della Bosnia-Erzegovina. E sulla possibilità di tenere nuove elezioni locali nel nord del Kosovo, Osmani ha sottolineato che la condizione – oltre al ripristino della legalità nei quattro maggiori Comuni con popolazione serba – è la partecipazione al voto dei serbi locali. E’ fondamentale, ha osservato, che la Serbia non eserciti ingerenze e non faccia pressioni sui serbi del Kosovo inducendoli a boicottare il voto, come avvenuto il 23 aprile scorso, con il risultato che a essere eletti, a fronte di una affluenza del 3%, sono stati sindaci di etnia albanese, contestati ora dagli stessi serbi. (ANSA).