Un sito per denunciare la malagestione della sanità lombarda. È l’iniziativa lanciata dal gruppo regionale del Pd, che sta portando avanti una campagna di denuncia che culminerà, come annunciato nei mesi scorsi, nella presentazione di una legge di iniziativa popolare con l’obiettivo di rivedere completamente il sistema sanitario lombardo.
Sul sito www.conlasalutenonsischerza.it i cittadini possono registrarsi indicando la provincia di appartenenza e segnalando il disservizio vissuto. “A partire dai tempi di attesa, che dimostrano come ormai si cura meglio chi ha più soldi in tasca. – dicono Pierfrancesco Majorino e Angelo Orsenigo, capogruppo e consigliere regionale del Pd – Poi c’è il tema della carenza di medici di base, sempre più grave, per il quale è evidente che ci sono iniziative che possono essere prese a livello nazionale, ma anche a livello regionale, e non sono state prese”.
Altro punto fondamentale della mobilitazione del Pd lombardo sono le case di riposo: “Abbiamo sempre più anziani con problemi di non autosufficienza e per contro mancano posti letto nelle Rsa, senza contare quel che costano. – dicono i consiglieri dem – Un tema che sta diventando sempre più grave e l’investimento è fermo da più di 30 anni alla stessa percentuale di risorse”. E infine le case di comunità e l’assistenza domiciliare. “Il traguardo del 2026 si sta avvicinando, ma per ora sono stati soltanto cambiati i nomi sui cartelli, senza servizi, senza una loro integrazione – dicono Majorino e Orsenigo toccando il primo punto, e continuano – Siamo la maglia nera d’Italia per numero di persone raggiunte a casa propria. Eppure, è fondamentale curare il paziente a domicilio. Anche su questo dobbiamo cambiare radicalmente rotta”.
“O il centrodestra viene in Aula e ritira la riforma sanitaria per riscriverla completamente, coinvolgendo non solo le opposizioni, ma tutto il mondo sanitario – concludono i consiglieri del Pd – oppure, avremo tempi di attesa sempre più lunghi, carenza di medici di base, case di comunità lasciate a metà, scarsità di posti nelle Rsa e un’assistenza domiciliare inesistente”.