(ANSA) – BELGRADO, 03 GIU – Anche oggi nel nord del Kosovo, dove resta alta la tensione interetnica, i serbi locali si sono radunati davanti ai municipi di Zvecan, Leposavic e Zubin Potok per protestare contro l’elezione di nuovi sindaci di etnia albanese e per chiedere il ritiro dal nord delle unita di polizia kosovara. La notte è trascorsa tranquilla e senza eccessi, con la polizia schierata all’interno degli edifici comunali, mentre all’esterno resta massiccio il presidio da parte delle truppe di Kfor, la missione Nato in Kosovo. Dopo i violenti scontri del 29 maggio a Zvecan, le sedi municipali sono state isolate da barriere metalliche e recinzioni di filo spinato, sulle quali i serbi hanno posto numerose bandiere serbe. A Leposavic il nuovo sindaco Ljuljzim Hetemi, di etnia albanese, è da giorni all’interno del municipio dal quale non esce per motivi di sicurezza, e per evitare possibili nuove violenze da parte dei dimostranti serbi. In tutto il nord a maggioranza serba le scuole restano chiuse, mentre per via delle proteste popolari sono inaccessibili i servizi comunali, con conseguenze che si fanno sempre più evidenti sul normale rirmo della vita pubblica e sociale. I militari Nato presidiano anche altre zone sensibili, comprese diverse strade di accesso ai Comuni teatro delle manifestazioni, nelle quali si chiede anche il rilascio dei due serbi che restano in carcere dopo gli arresti seguiti ai disordini di Zvecan, il cui bilancio è stato di una trentina di soldati Kfor feriti (11 italiani e 19 ungheresi) e una cinquantina di manifestanti. Con lo stallo sul terreno, la comunità internazionale è impegnata a risolvere la nuova crisi e ad allentare le tensioni salite pericolosamente in Kosovo, con appelli quasi quotidiani alle parti a evitare nuove azioni unilaterali suscettibili di aggravare la situazione. La richiesta che si profila è quella di ripetere le elezioni locali al nord, boicottate il 23 aprile dai serbi e che hanno portato all’elezione dei sindaci albanesi. Lunedì giungeranno nella regione gli inviati Ue e Usa Miroslav Lajcak e Gabriel Escobar nel tentativo di disinnescare quello che si teme possa essere nuovo possibile conflitto nei Balcani dalle conseguenze imprevedibili. (ANSA).