Solo una pratica su tre tra le domande di regolarizzazione dei lavoratori stranieri presentate a Como si è già conclusa con il rilascio di un permesso di soggiorno. I dati sono stati diffusi dalla Cgil di Como. Il sindacato parla di “situazione preoccupante, in linea con quella nazionale”. “A fronte di 1826 domande presentate per l’emersione del lavoro domestico e di 115 domande per lavoro subordinato – fa sapere il sindacato – i permessi di soggiorno fisicamente rilasciati dalla Questura cittadina sono 605. In sintesi, a tre anni dalla fine della finestra di regolarizzazione, solo il 31,2% delle domande presentate. Ciò rende di fatto inesigibile un diritto alla regolarizzazione statuito dalla normativa nazionale”.
Il decreto rilancio del maggio 2020, prevedeva la regolarizzazione straordinaria di lavoratrici e lavoratori senza documenti. Persone impiegate irregolarmente nel nostro paese nel settore domestico e in quello agricolo.
“Le conseguenze di tali ritardi sono gravissime ed impattano pesantemente sulla vita di quasi milletrecento persone. Individui che, nella provincia di Como, vengono costretti all’incertezza ed alla precarietà”, aggiunge la Cgil di Como.