350 infermieri nell’ultimo triennio, 117 all’anno, 10 al mese. Ospedali e strutture sanitarie comasche combattono ogni giorno con la carenza di personale, mentre la Svizzera scippa all’Italia e in particolare alla zona di confine 10 infermieri al mese. Uno su dieci tra gli attuali iscritti all’Ordine di Como negli ultimi tre anni è fuggito oltreconfine. Un’emorragia di professionisti sempre più grave. Basti dire che nel periodo tra il 2020 e il 2022 gli infermieri che hanno varcato il confine sono il doppio rispetto al triennio precedente.
Attualmente, sono 3.651 gli infermieri iscritti all’Ordine delle professioni infermieristiche della provincia di Como. Il presidente, Giuseppe Chindamo, con il collega di Varese Aurelio Filippini ha fornito i numeri dell’esodo e ha lanciato un forte grido di allarme. ”Negli ultimi 3 anni più di 350 operatori sanitari, il 90% dei quali infermieri, sono passati a lavorare in Svizzera – E’ necessario trovare soluzione concrete per rendere più attrattiva la professione infermieristica nelle zone di confine, per evitare la migrazione oltreconfine di figure essenziali per la sanità italiana”.
Figure essenziali, appunto. Il Ticino fa da calamita per figure professionali delle quali l’Italia avrebbe fortemente bisogno. Il salario offerto oltreconfine, è quasi inutile ricordarlo, non è neppure paragonabile a quello previsto dai contratti a Como e in generale in Italia. Le variabili sono molteplici, ma in media un infermiere in una struttura sanitaria in Italia ha uno stipendio di 1.600. Oltre confine la cifra sale a 4mila. Più del doppio.
La corsa oltreconfine ha raggiunto livelli preoccupanti. E’ concreto il rischio per le strutture sanitarie di Como e dintorni di non riuscire a reclutare il personale necessario. La carenza di operatori è già un dato di fatto in molti settori, a partire dalle aree di emergenza e dai pronto soccorso. I disagi quotidiani che si trovano a fronteggiare i pazienti sono legati, oltre che agli accessi record, proprio a organici sottodimensionati.
“I cittadini hanno bisogno degli infermieri per la loro salute – sottolineano Chindamo e Filippini – Gli infermieri hanno bisogno della politica per continuare a sostenere il sistema, perché la salute di una regione passa dalle mani dei suoi professionisti”.
Un welfare di confine, un contributo economico, sgravi sugli affitti, sconto benzina, un assegno di frontiera. Molte le proposte avanzate nel tempo. Poche o nulle le risposte concrete. Il tema, aveva assicurato solo pochi giorni fa l’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso durante una visita al Sant’Anna, è all’ordine del giorno della giunta della Lombardia.