Nel 2024, il Comasco potrà ricevere risorse fino a 8 milioni di euro da Fondazione Cariplo. La provincia sarà infatti tra i territori destinatari dei fondi per i cosiddetti “interventi emblematici maggiori”. Stanziamenti consistenti per mettere a terra progetti in grado di generare un impatto positivo sulla qualità della vita e sulla promozione dello sviluppo culturale, economico e sociale della zona. “Un’opportunità importante” ha commentato Enrico Lironi, riconfermato membro del Consiglio di amministrazione della Fondazione che invita le “istituzioni, gli enti e le associazioni a discutere delle priorità del territorio”. “Siccome Como proprio il prossimo anno figura nella turnazione regionale con altre tre province assegnatarie degli “emblematici maggiori”, lo sforzo nei prossimi mesi dovrebbe essere individuare da parte del territorio iniziative davvero per far fare un passo avanti alla comunità” ha detto Lironi.
A fine maggio si è concluso il mandato quadriennale dell’ex presidente di Fondazione Cariplo Giovanni Fosti ed è iniziato quello di Giovanni Azzone. “È stato un quadriennio molto impegnativo a causa della pandemia Covid” ha detto il comasco Lironi. Ma adesso si guarda avanti. Arte, cultura, innovazione saranno alcuni dei settori da cui ripartire per “interpretare e anticipare i bisogni del tempo”. “Sempre però nel segno della continuità e per questo motivo anche tanta attenzione alle tematiche sociali” ha continuato. “Credo sarà importante continuare nell’attività che proprio nell’ultimo anno abbiamo avviato e cioè di lotta alle disuguaglianze, perché in questi anni anche una provincia ricca come quella di Como registra situazioni di disagio”.
Sempre nel Comasco, a detta di Lironi, per superare le disparità sociali “potrebbe essere utile sviluppare idee innovative sia volte al sostegno delle disabilità che alla formazione dei giovani”. Formazione che guarda anche all’offerta universitaria, locale e regionale. “In particolare per quanto riguarda la ricerca e la formazione, pur riconoscendo il ruolo importante delle università milanesi, dovremmo concentrarci anche sulle eccellenze che esistono nelle università periferiche lombarde”.