La notizia che i lavori alla galleria di San Fermo, sull’autostrada A9, potrebbero durare fino all’inizio del 2024 è stata una doccia fredda per tanti comaschi ancora aggrappati all’idea di veder finire l’incubo nel 2023. Anche se per adesso è solamente una delle ipotesi, lo scenario di rallentamenti e code per altri mesi- a fronte di tre anni di viabilità a singhiozzo- scontenta molti. Anche perché la realtà, come spesso accade, è ancor più complessa. Quando finalmente finirà il cantiere sull’autostrada infatti, si prospetta un nuovo capitolo amaro già rinviato in passato: quello dal titolo “via Borgovico”.
Un’altra opera già una volta messa in stand-by e ora non più posticipabile. “Sarebbe una follia totale per quanto ci riguarda, un cantiere in Borgovico e un cantiere sull’A9″ ha detto il sindaco Rapinese e ha aggiunto “sarebbe la fine della mobilità. E comunque il cantiere in Borgovico sarà un problema e dovrà essere fatto”. Rapinese, così dicendo, ricorda la paralisi viabilistica che si era registrata nel tentativo di aprire i lavori, due estati fa, sulla trafficata arteria cittadina. Ma il messaggio che manda ai comaschi è di avere ancora pazienza. Una virtù che tanti hanno ormai già perso come si vede sui social in questi giorni. C’è infatti chi esprime il proprio sconcerto alternando punti esclamativi e di domanda, chi mette a confronto l’Italia con i Paesi vicini come ad esempio la Svizzera, e chi infine, preso dallo sconforto, si prepara al peggio e cioè a immaginarsi in coda sull’A9 almeno fino al 2025. Comun denominatore di tutte le polemiche: la quotidiana odissea degli automobilisti, confermata anche oggi dal traffico segnalato sull’A9.
Come rimarcato da Autostrade per l’Italia e poi anche dal sindaco Rapinese, la decisione di interrompere i lavori sull’A9 per alleggerire la pressione sulla viabilità durante il picco turistico estivo è stata una decisione presa di concerto con il territorio. Quando si aprirà la parentesi di via Borgovico, altro momento critico-come detto-per il traffico comasco, sarà sempre Palazzo Cernezzi a dover far fronte alla situazione. Intanto, sebbene con qualche mese di anticipo, le conseguenze del cantiere sono già facilmente immaginabili.