Ultimo atto del processo per l’omicidio di don Roberto Malgesini, il sacerdote ucciso in piazza San Rocco il 15 settembre 2020. La Corte di Cassazione, prima sezione penale, ha dichiarato inammissibile il ricorso della difesa di Ridha Mahmoudi, il tunisino di 55 anni accusato dell’omicidio. Confermata dunque in via definitiva la condanna a 25 anni di reclusione.
Nell’udienza di oggi, il procuratore generale aveva chiesto l’inammissibilità del ricorso, richiesta accolta. Sonia Bova, avvocato difensore del tunisino aveva chiesto l’annullamento della condanna, sostenendo l’incapacità di intendere e volere di Ridha Mahmoudi al momento dell’omicidio.
In primo grado, in Tribunale a Como Ridha Mahmoudi era stato condannato all’ergastolo. Nel novembre scorso, nel processo d’Appello la pena era stata ridotta a 25 anni.
La Corte d’Assise d’Appello di Milano, prima sezione penale, aveva riconosciuto il tunisino capace di intendere e di volere dopo l’esito della perizia psichiatrica. A Ridha Mahmoudi erano state concesse però le attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti, ovvero premeditazione, efferatezza del delitto e recidiva.
La difesa, in entrambi i gradi di giudizio aveva chiesto invece l’assoluzione per l’incapacità di intendere e volere. Aveva poi fatto ricorso in Cassazione.
Oggi la decisione della Suprema Corte. La condanna a 25 anni del tunisino è dunque definitiva. “Purtroppo gli sforzi della difesa, miei e del dottor Mario Pigazzini, consulente tecnico di parte per Mahmoudi Ridha non sono stati coronati dall’ esito sperato – dice il difensore, Sonia Bova – Non ci diamo per vinti ed andremo avanti a seguirlo, fiduciosi in futuri sviluppi della vicenda”.