(ANSA) – MANILA, 12 MAG – L’attivista filippina per i diritti umani Leila de Lima, attualmente in carcere, è stata assolta da una delle due accuse di traffico di droga presentate contro di lei sotto il governo di Rodrigo Duterte: lo hanno riferito dei funzionari del tribunale. De Lima, ex senatrice e ministro della Giustizia, è detenuta dal febbraio 2017 con accuse che lei e i gruppi per i diritti umani affermano essere state inventate come vendetta per essersi opposti a Duterte e alla sua micidiale guerra alla droga che ha provocato migliaia di morti. Alcune decine di sostenitori si sono raccolti fuori dell’aula del tribunale, pesantemente sorvegliata e vietata ai media, gridando slogan come ‘Leila libera adesso’ e ‘spazzatura le false prove’. L’ex senatrice e ministra della Giustizia, 63 anni, e un altro imputato "sono assolti dal reato contestato per ragionevole dubbio", si legge nella sentenza emessa dal giudice del tribunale regionale Abraham Alcantara. De Lima è apparsa sollevata mentre la polizia la scortava in carcere dopo l’udienza e ha descritto la sentenza come "l’inizio della mia vendetta". Nonostante l’assoluzione, rimarrà in carcere mentre il suo processo continua in base a un altro procedimento penale continua. Ha chiesto la libertà su cauzione ed è in attesa della decisione del giudice. Se condannata, rischia l’ergastolo. È accusata di aver preso soldi dai detenuti nella più grande prigione del Paese permettendo loro, in cambio, di vendere droga, mentre era ministro della giustizia dal 2010 al 2015 sotto l’allora leader Benigno Aquino. L’accusa tuttavia è stata smontata quando due testimoni sono morti e una delle tre accuse contro di lei è stata archiviata. (ANSA).