La procura di Como ha aperto un’inchiesta e disposto l’autopsia per fare chiarezza sulla dinamica del tragico infortunio avvenuto ieri a Sala Comacina e costato la vita a Daniele Caraccio. L’uomo, 55 anni, è caduto da un muro mentre lavorava in un cantiere edile per la realizzazione di nuovi edifici residenziali. Il sostituto procuratore Antonio Nalesso darà l’incarico per l’autopsia. Le indagini sono affidate ai carabinieri della compagnia di Menaggio, intervenuti dopo la drammatica caduta. Dalle prime ricostruzioni, sembra che il 55enne stesse disarmando un muro quando, per cause ancora da chiarire, ha perso l’equilibrio precipitando a terra. E’ morto praticamente sul colpo e i soccorritori, subito allertati, non hanno purtroppo potuto fare nulla.
Grande cordoglio a Mezzegra, dove il 55enne abitava con la moglie e a Montemezzo, paese dove era cresciuto e dove vivono i suoi familiari.
Dura presa di posizione delle organizzazioni sindacali. “Non è possibile che nel 2023 si muoia per una caduta dall’alto: la morte sul lavoro più frequente nei cantieri edili e più facilmente evitabile scrivono i sindacati degli edili – Nei cantieri edili italiani avviene settimanalmente, con uno stillicidio insopportabile”.
La nota congiunta è firmata da Fenealuil alta Lombardia, Filca Cisl dei Laghi e Fillea Cgil di Como, che esprimono la loro vicinanza alla famiglia della vittima.
“Lavorare in sicurezza deve essere una priorità assoluta – dicono ancora – Non si hanno più parole, se non di rabbia, per esprimere lo sgomento che proviamo. Anche perché Daniele Caraccio è stato un iscritto storico al sindacato edile, dipendente di un’impresa locale ben strutturata con quaranta dipendenti. Con tanti, troppi anni di cantiere sulle spalle e vicino alla pensione, non è un “senza nome”. Lo si incontrava in cantiere e frequentava le sedi zonali del sindacato. I sindacalisti, che lo hanno visto anche di recente, lo ricordano come un uomo mite, gentile, sorridente e lavoratore”.
Il mio cordoglio e la mia vicinanza ai familiari e ai colleghi di Daniele – dice Chiara Braga, capogruppo del Pd alla Camera – Quella dei morti sul lavoro è una piaga che non accenna a guarire. La cultura della sicurezza si costruisce su una rete di responsabilità condivise, chiarendo i ruoli, rafforzando l’attività ispettiva, investendo in sicurezza nei luoghi di lavoro. Occorre assumere gli ispettori che sono in attesa di entrare in servizio. E non è più rinviabile una riflessione sull’introduzione nel codice penale della fattispecie di omicidio sul lavoro e di lesioni personali gravi o gravissime commesse in violazione di norme vigenti, su cui ho depositato una proposta di legge”.